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Un posto sicuro per le mamme del Cunene

In Angola la crisi climatica mette a rischio anche la salute materno-infantile. Nei pressi dell’Ospedale di Chiulo Cuamm ha introdotto le “casas de espera”, dove le donne aspettano il termine della gravidanza circondate da personale sanitario pronto ad aiutarle.

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    Una soluzione a basso costo eppure estremamente funzionale, dove le donne in procinto di partorire possono essere accolte per poi accedere facilmente ad un parto sicuro e assistito. Le case di attesa – casa de espera in portoghese, sono delle strutture semplici, fatte di materiali locali come legna, paglia e pietre, situate nei pressi dell’Ospedale di Chiulo, nella provincia angolana del Cunene, che serve una popolazione di circa 306.550 persone.

    Qui, in questo ambiente sicuro che Cuamm ha introdotto nel 2000, le donne possono fermarsi e aspettare il termine della gravidanza circondate da personale sanitario pronto ad assisterle in caso di emergenza. Nel corso dei giorni che trascorrono nella casa di attesa – soluzione adottata per la prima volta nel XX secolo in Nord Europa, Canada e Stati Uniti – le donne possono fare visite prenatali e partecipare ad attività di sensibilizzazione sulla salute sessuale e riproduttiva ma anche sulla nutrizione.

    Il ruolo degli agenti di salute comunitaria

    A coinvolgerle sono gli agenti di salute comunitaria come Ermelinda e Belmiro, due giovani operatori Cuamm che da circa un anno si impegnano quotidianamente per promuovere la salute di mamme e bambini nella casa di attesa ma anche nelle comunità circostanti che visitano settimanalmente.

    «Come agente comunitari abbiamo il compito di occuparci delle donne ma anche dei bambini. Nel lavoro all’interno dei villaggi cerchiamo di identificare le donne incinte, facciamo loro alcune domande per caprie come procede la gravidanza e spieghiamo l’importanza di fare le visite pre e post-natali – dice Belmiro Fernandes, agente di comunità Cuamm -. Ci occupiamo anche della salute dei più piccoli e quindi visitiamo le varie zone del distretto per fare controlli nutrizionali ai bambini dai 6 mesi ai 5 anni».

    Cosa, quando e come mangiano i bambini è fondamentale nei primi stadi della crescita, specialmente nei primi due anni di età. Garantire loro il giusto cibo nel giusto periodo è fondamentale per la crescita e per lo sviluppo del potenziale cognitivo. Purtroppo però, le lunghe secche che da anni piegano il sud dell’Angola, rendono la terra sempre meno fertile, compromettono le colture e hanno forti ripercussioni sull’agricoltura locale. Di conseguenza, aumenta il rischio di malnutrizione e denutrizione specialmente tra donne e bambini, i gruppi maggiormente a rischio. Insegnare quindi come potersi alimentare usando prodotti facilmente reperibili, nutrienti ed economici, è una delle missioni degli agenti comunitari.

    «Facciamo il possibile per insegnare alle mamme come sfamare i propri figli. Insegniamo loro quali sono i cibi più ricchi di nutrienti e a quale fase della crescita sono più adatti -racconta Ermelinda Cativa Vesse -. A volte i genitori pensano che i cibi industriali facciano bene e finiscono per comprare bottigliette di bevande gassate piuttosto che prendere la frutta al mercato e preparare un succo. Quello di mukua – frutto del baobab, è super nutriente».

    La crisi climatica

    Professionisti come Belmiro ed Ermelinda danno un contributo fondamentale alla comunità. Secondo le Nazioni Unite, l’Angola sta vivendo la peggiore crisi climatica degli ultimi 40 anni. Si stima che circa 3,8 milioni di persone nel Paese siano in condizione di insicurezza alimentare.  Al centro di questa crisi, proprio la provincia del Cunene.

    «Donne e bambini pagano il prezzo più alto – ci dice Belmiro -.  Sono loro a camminare chilometri in cerca di acqua. Riempiono una tanica che servirà per bere, lavare e in alcuni casi annaffiare i piccoli pezzi di terra. Questi periodi di siccità lasciano le machamba secche tutto l’anno e coltivare la terra è ormai una sfida per le donne».

    Lavorare la terra è sempre più una sfida qui e per adattarsi alla mancanza di mezzi di sussistenza ora migliaia di persone decidono di migrare verso le aree urbane, dove tuttavia le limitate opportunità di impiego e i costi di vita più elevati finiscono per incidere sulla salute delle persone. Le donne sono quelle che subiscono le conseguenze peggiori della siccità: vivono spesso in zone difficili da raggiungere, hanno responsabilità dei lavori domestici e della terra e in caso di bisogno o di gravidanza hanno difficoltà ad accedere ai servizi sanitari, condizione che spesso le porta a rivolgersi alla medicina tradizionale e a preferire un parto in casa.

    Proprio per questo le case di attesa si sono rivelate una soluzione altamente idonea per ridurre la distanza tra le comunità e le strutture sanitarie e facilitare l’accesso ad un parto sicuro in contesti a risorse limitate, come quello di Chiulo.

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