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Reach Out: raggiungere le comunità con servizi salvavita

Nel quadro di una crisi umanitaria e ambientale che si aggrava in South Omo, in Etiopia, l’impegno di Cuamm continua a fianco delle comunità e dei più fragili.

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    Sono oltre 60.000 gli sfollati interni (IDPs) nella South Omo Zone in Etiopia, in particolare nella Woreda di Dassenech dove Medici con l’Africa Cuamm, in collaborazione con CST, implementa il progetto “Reach Out – Risposta umanitaria di servizi salvavita e protezione per le Comunità di Dassenech colpite dalla siccità in South Omo”, finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. L’area, abitata prevalentemente da comunità di pastori semi-nomadi, è fortemente colpita dai cambiamenti climatici negli ultimi anni: a periodi di siccità si alternano forti alluvioni come quella di pochi giorni fa,  quando il fiume Omo e il lago Turkana sono esondati ricoprendo di acqua il 65% del distretto di Dassenech.

    Aumentano perciò l’insicurezza alimentare e la malnutrizione (secondo i dati dell’ufficio sanitario della Woreda, solo negli ultimi mesi è stato rilevato un tasso di malnutrizione acuta globale (GAM) pari al 36,4%), così come il rischio di diffusione di malattie, soprattutto causate dall’acqua contaminata. I servizi sanitari diventano sempre meno accessibili sia per la difficoltà negli spostamenti sia per i danni alle infrastrutture. È in questo quadro che il team Cuamm continua, per quanto possibile, a portare supporto e cure mediche alle comunità attraverso le cliniche mobili (MHNTs), in particolare in diverse aree della Woreda.

    «In questo momento riusciamo a garantire assistenza medica al campo di sfollati interni di Marmarte, ma per le condizioni climatiche estreme abbiamo grandi difficoltà a raggiungere i “kebeles” più isolati – racconta Ephrem Berhanu, project manager di Cuamm in South Omo – Nella zona di Dassenech, i fattori ambientali stanno favorendo la diffusione di epidemie come quelle di malaria e morbillo.  Il numero di pazienti da seguire è in aumento, in un contesto già fragile in cui ora fornire servizi medici essenziali, tra cui lo screening nutrizionale, diventa una sfida».

    Da aprile 2023, quando l’intervento è stato avviato, 26.339 persone sono state raggiunte grazie alle attività delle cliniche mobili e dei centri sanitari supportati, attraverso servizi di salute materno-infantile e nutrizionali, insieme a servizi di protezione per le vittime di violenza di genere e il multi-purpose cash transfer, un sistema di sostegno in denaro per le famiglie in cui è presente almeno un bambino affetto da malnutrizione acuta severa. L’intervento ha garantito anche la fornitura di attrezzature di base, farmaci e reagenti per prevenire l’esaurimento delle scorte. A seguito di un aumento dei casi di malaria a partire da dicembre 2023 e di un insufficiente disponibilità di farmaci per farvi fronte, il team Cuamm è riuscito, collaborando con l’OMS, a farsi mandare 46 kit anti-malaria da distribuire a 5 centri di salute del distretto.  Inoltre, è stato promosso il rafforzamento delle competenze e capacità del personale sanitario attraverso i training on the job, in particolare per la gestione dei casi di malnutrizione, e garantito il supporto al sistema di riferimento in ambulanza e di gestione delle emergenze, specialmente quelle ostetriche e neonatali.  Dall’inizio del progetto, sono stati 1043 i pazienti trasferiti dai centri di salute coperti alle strutture sanitarie di livello superiore, come l’Ospedale generale di Jinka e l’Ospedale di Turmi; 470 i bambini ricoverati per malnutrizione acuta grave nelle strutture sanitarie. Infine, sono state implementate le attività di sensibilizzazione comunitaria, grazie agli operatori di salute comunitaria e coinvolgendo attivamente alcuni membri della comunità perché sensibilizzino a loro volta altri membri. Sono state così raggiunte 4557 persone, promuovendo educazione alla salute e messaggi su diverse tematiche: prevenzione e trattamento della malaria, buone pratiche nutrizionali e igienico sanitarie, inclusa la distribuzione di dignity kits, prevenzione della tubercolosi, e sensibilizzazione per il contrasto alla violenza di genere.

    Una crisi umanitaria e ambientale che si aggrava, il numero di sfollati interni che aumenta ma un impegno che continua a fianco delle comunità locali e dei più fragili, donne e bambini, nonostante tutte queste complessità e sfide.