Proteggere i più fragili dalle malattie infettive
Mentre continua l’allerta per l’emergenza Covid-19, a Gambella in Etiopia è iniziata la nuova campagna di vaccinazione contro il morbillo per proteggere i bambini dal rischio del contagio.
“La pandemia rischia di farci perdere di vista i molti altri elementi che compongono l’articolato quadro della salute pubblica, e questo è vero tanto in Italia quanto in Etiopia. Il rischio è che l’attenzione dedicata alla crisi globale metta a rischio le conquiste locali consolidate come la riduzione della mortalità infantile, scesa in Etiopia di circa due terzi negli ultimi 20 anni. Oggi ancora 55 bambini ogni 1000 muoiono prima di compiere 5 anni. Dobbiamo in ogni modo evitare di perdere terreno.” a parlare è Matteo Bottecchia Project Manager Cuamm a Gambella in Etiopia, dove è da poco iniziata la campagna di vaccinazione per il morbillo. Il morbillo infatti rappresenta un caso esemplare di quanto la crisi Covid-19 si accavalli ad altre patologie importanti tuttora esistenti. La trasmissibilità molto alta di questa malattia, che è particolarmente feroce con i bambini, ha mietuto in Repubblica Democratica del Congo ben 6000 vittime, mentre nello stesso periodo la seconda peggiore epidemia di Ebola della storia ha ucciso 2500 persone. Gli strumenti per proteggersi dal morbillo ci sono: il vaccino costituisce l’arma principale nel nostro arsenale di prevenzione, prima ancora che di cura, ed è la ragione per la quale in Italia questa malattia non spaventa più. Per questo il CUAMM ha accolto con entusiasmo la richiesta di supporto nella campagna di vaccinazione del Gambella Regional Health Bureau, la struttura di governo del sistema sanitario regionale, che si inserisce nell’ambito dell’intervento in corso finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, per migliorare “Equità e Qualità” dei servizi di salute materno-infantile. Questo è il tempo di proteggere i più fragili dalle minacce alla salute che, pur messe in ombra dall’emergenza Covid-19, continuano ad esistere a prescindere dalla pandemia o aggravate dalla stessa.
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