Medici con l'Africa Cuamm

la salute è un diritto,
battersi per il suo rispetto
è un dovere
DONA ORA Il tuo aiuto può fare la differenza

MALARIA LA PRIMA CAMPAGNA VACCINALE IN AFRICA PUÓ DIVENTARE UNA CONQUISTA PER IL CONTINENTE

Il Camerun è il primo paese ad avviare una campagna di vaccinazione contro la malaria: saranno necessarie 4 dosi. Trasformare vaccini in vaccinazioni rimane la sfida centrale.

Condividi con i tuoi amici:

    Lunedì 22 gennaio a Soa, un villaggio a 20 km dalla capitale camerunense di Yaoundé, ha preso il via la campagna vaccinale contro la malaria coordinata da Gavi, Oms e Unicef. Il paese è il primo ad aver inserito il vaccino RTS,S (noto anche con il nome di Mosquirix), nel calendario vaccinale pediatrico dopo lo studio pilota condotto in Ghana, Kenya e Malawi. Dal 22 gennaio, il vaccino viene distribuito in 42 distretti sanitari nelle 10 regioni del paese in strutture sanitarie pubbliche e private. Il lancio avviene dopo che il Camerun ha ricevuto 331.200 dosi di vaccino nel novembre 2023. Oggi, di fronte a quello che è un traguardo storico per il continente che conta il più alto tasso di incidenza della malaria, si apre la sfida principale: trasformare il vaccino in vaccinazione e garantire la somministrazione delle 4 dosi in almeno 28 paesi dell’Africa sub-sahariana che hanno scelto di introdurre la vaccinazione antimalarica all’interno dei propri programmi nazionali.

    IL PROGETTO PILOTA
    Nel 2019 l’Oms ha avviato in Ghana, Kenya e Malawi un progetto pilota noto come Malaria vaccine implementation program che ha previsto la somministrazione del vaccino RTS,S in 4 dosi a bambini a partire da circa 5 mesi di età. Il programma ha interessato 2 milioni di bambini in distretti selezionati. Secondo quanto rivelato dall’Oms, il primo vaccino approvato per combattere la malaria ha ridotto le morti tra i bambini africani del 13% in quasi 4 anni. L’ampia analisi, condotta in seguito al lancio pilota del vaccino ha dimostrato, inoltre, una riduzione del 22% della malaria grave nei bambini che hanno ricevuto tre dosi di vaccino e una sostanziale riduzione dei casi gravi di malaria e dei ricoveri ospedalieri.

    Il vaccino, che presto sarà somministrato anche in altri nove paesi tra i quali Burkina Faso, Liberia, Nigeria e Sierra Leone, si prevede possa raggiungere 6,6 milioni di bambini sotto i 5 anni nei prossimi due anni, nella sola Africa sub-sahariana.

    «Le sfide sono numerose – dice Giovanni Putoto, Responsabile Programmazione e Ricerca Operativa di Cuamm, – perché l’Africa, lo sappiamo, non ha solamente un problema di accesso ai vaccini. Il tema torna ad essere, come lo era stato nel caso della recente pandemia di Covid-19, quello di trasformare il vaccino in vaccinazione e ciò richiede uno sforzo trasversale e un grande impegno da parte di governi e partner internazionali. Tra le sfide che abbiamo davanti? La fornitura, sì, ma anche l’esitazione vaccinale, la distribuzione, lo stoccaggio, la formazione del personale sanitario e, non da ultimo, i costi di una vaccinazione che al momento prevede la somministrazione di ben 4 dosi. Tutti temi che riguardano il funzionamento del sistema sanitario».

    A circa una settimana dal lancio della campagna, si parla infatti già di scarso afflusso ai centri vaccinali e di una limitata conoscenza dei benefici del vaccino da parte delle comunità e degli operatori sanitari. Intanto, mentre Oms e comunità scientifica ribadiscono l’importanza di integrare il vaccino con strumenti di prevenzione complementari quali la chemioprofilassi e l’uso delle zanzariere, la ricerca continua ad investire su un secondo vaccino: R21. Autorizzato lo scorso mese di ottobre dall’Oms, quest’ultimo sembra possa diventare disponibile ad un prezzo inferiore e in quantità maggiori rispetto a RTS,S il cui costo per dose amministrata è ora stimato intorno ai 10 dollari complessivi contro i 2 – 4 US$ di R21. Quest’ultimo, secondo i risultati degli studi clinici, avrebbe un’elevata sicurezza ed efficacia specie se somministrato prima della stagione delle piogge.

    LA MALARIA IN AFRICA
    La malaria rimane una delle principali cause di malattia e mortalità in tutto il mondo. Il Plasmodium falciparum, che ne è la causa, è un parassita che viene trasmesso all’uomo dalle zanzare femmine infette che appartengono al genere Anopheles.

    «Quello che è stato studiato, approvato e ora somministrato è un vaccino rivoluzionario perché combatte un patogeno complesso come il parassita della malaria, in continua trasformazione e in grado di sfuggire al nostro sistema immunitario», ha commentato Giovanni Putoto.

    Solo nel 2022 sono stati registrati 186.318.00 casi di malaria nei 12 paesi africani più colpiti da questa malattia, vale a dire: Burkina Faso, Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Ghana, Kenya, Mali, Mozambico, Niger, Nigeria, Sud Africa, Tanzania e Uganda. Secondo gli esperti, questo numero rischia di salire a 211.098.000 entro il 2017.

    Secondo i dati dell’Oms, nel 2021 si sono registrati ben 619.000 decessi a causa della malaria mentre sono stati 247 milioni i casi diagnosticati in tutto il mondo. Di questi, il 95% si è verificato in Africa. All’Africa anche un altro triste primato: circa l’80% delle morti per malaria sono bambini con meno di 5 anni.

    Medici con l’Africa Cuamm, in tutti i paesi in cui opera, ad ogni livello, dall’ospedale ai centri di salute, fino ai più remoti villaggi, si impegna per dare il proprio contributo nel processo di prevenzione, diagnosi e trattamento della malaria. Solo nel 2022, da 6 degli 8 paesi in cui Medici con l’Africa opera, (precisamente da Etiopia, Centrafrica, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania e Uganda), sono arrivati dati importanti: 1.666.785 casi di malaria trattati, di cui 744.182 bambini con meno di 5 anni.

    Argomenti: Luoghi: