Medici con l'Africa Cuamm

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Per monitorare la rotta Dietro le quinte di un progetto

A metà strada nella realizzazione del progetto in Etiopia, a maggio, la sede di Medici con l’Africa Cuamm ha ospitato un incontro per condividere i risultati di un’attività di monitoraggio e valutazione.

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    A metà strada nella realizzazione di un progetto in Etiopia, a maggio, la sede di Medici con l’Africa Cuamm ha ospitato un incontro per condividere i risultati di un’attività di monitoraggio e valutazione. A partecipare, un gruppo piuttosto variegato: esperti di ricerca e valutazione, responsabili di programmazione e progetti, amministrativi; ma anche occhi curiosi di chi di monitoraggio e valutazione sa poco, e da quell’incontro ha tutto da imparare. Si valuta il progetto “Maggiore equità e qualità dei servizi sanitari per la regione di Gambella”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e da donatori privati.

    Gambella è una delle regioni più povere dell’Etiopia e presenta fra i peggiori indicatori di salute del paese in ambito materno, infantile e di accesso ai servizi sanitari di base. L’intervento, arrivato a poco più di metà della sua durata, ha l’obiettivo di migliorare e rafforzare il sistema sanitario della regione, promuovendo servizi materno-infantili, nutrizionali, di prevenzione e controllo dell’HIV/Aids, in accordo con le istituzioni locali: insomma, servizi salvavita.

    La valutazione, svolta dagli esperti Jas Mantero e Luigi Leonetti, è frutto del dialogo con le autorità distrettuali e regionali, con le comunità beneficiarie dell’intervento, con gli operatori territoriali e con gli altri attori umanitari presenti a Gambella. Si basa sull’analisi attraverso 5 principi cardine: rilevanza, efficacia, efficienza, impatto e sostenibilità.

    Al di là delle considerazioni tecniche emerse, quel pomeriggio ha permesso di dare un’occhiata al “dietro le quinte” del progetto, un retroscena fatto di tante persone che lavorano quotidianamente con chi è sul campo affinché le diverse attività funzionino al meglio. È stato un momento per interrogarsi, analizzare il percorso, le attività svolte, i primi risultati, i limiti e le buone prassi, per «migliorare i propri atteggiamenti e le proprie azioni, creare le condizioni per riprogrammare le attività ove necessario, tenere conto delle esperienze passate e specialmente degli errori commessi nella scelta, formulazione e conduzione di nuovi programmi».

    Non tutti dedicano tanta cura a questa verifica. Eppure, il nostro intento dichiarato ed esigente è quello di introdurre la valutazione intermedia e finale come metodo costante per i principali progetti del Cuamm, promuovendo un dialogo partecipativo con gli attori coinvolti. Non si tratta solo di imparare a raccogliere i dati positivi e i limiti, ma anche di imparare a comunicarli in un’ottica di trasparenza e responsabilità, rafforzando la nostra credibilità e attivando un circuito virtuoso nel quale, sul campo e in sede, sono i beneficiari del progetto e le autorità locali a darci fiducia, così come i membri della comunità nella quale viviamo.

    Anche agli occhi più giovani quel pomeriggio ha reso chiaro il grande valore del monitoraggio e della valutazione: poter far meglio, raddrizzare la rotta quando necessario. Del resto, come diceva il primo medico Cuamm partito per l’Africa, Anacleto Dal Lago: «La valutazione del lavoro fatto, in rapporto agli obiettivi fissati, ai mezzi impegnati, ai criteri ispiratori, è un momento indispensabile della cooperazione. Per superare i giudizi troppo soggettivi e improvvisati occorre una competenza che non è facile acquisire».

    (Le citazioni di Anacleto Dal Lago sono un estratto del primo numero di Cuamm Notizie – Salute e Sviluppo, Gennaio 1986).

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