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Inondazioni in Angola

Dalla siccità alle inondazioni in dodici ore: passa l’emergenza ma si contano i danni in un paese in cui, come nel resto dell’Africa, i cambiamenti climatici hanno ripercussioni sempre più spesso distruttive ed emergenziali. A Chiulo finalmente piove, ma comincia la malaria.

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    Da una settimana in Angola sono terminate le piogge torrenziali, che con 12 ore di precipitazioni non stop hanno causato ingenti danni in tutto il paese, con un bilancio che conta 41 morti, oltre 2.500 famiglie costrette ad abbandonare le proprie case, 12 chiese demolite e quattro ponti distrutti.

    Anche la capitale Luanda non è stata esente da danni e in molti centri di salute in cui anche Medici con l’Africa Cuamm è presente ci sono state inondazioni e danni alle strutture.

    Oltre a Luanda, sono Cuanza Norte, Lunda Sul e Lunda Norte le provincie più colpite in Angola, ma si registrano danni anche nei territori di Bie, Benguela, Huambo, Cuanza Sul, Malange, Namibe, Uige e Zaire. In alcune di queste provincie sono attivi anche progetti di Medici con l’Africa Cuamm, ma nessuna delle strutture o del personale coinvolto nelle attività è stato seriamente danneggiato, pur essendo enormi i disagi che seguono le alluvioni.

    Anche nel Cunene, dove Medici con l’Africa Cuamm lavora da vent’anni, finalmente piove: per la popolazione è una buona notizia, ma ci sono anche aspetti preoccupanti. Dopo un anno di pesante siccità, che ha portato alla carestia e alla perdita di 30.000 capi di bestiame, oggi il fiume Cunene è in piena.

    «Sono cominciate le piogge – conferma Elisa Marcellan, chirurga di Medici con l’Africa Cuamm a Chiulo – e ora l’emergenza acqua si sta riducendo. Le terre si allagano intorno al fiume Cunene e in tutta la regione, ma la popolazione dice che ancora non è abbastanza. Qualcosa di buono c’è: se prima gli animali morivano di sete, ora non più. I tank dell’ospedale sono pieni, ma manca ancora l’acqua corrente, perché il sistema idrico dell’ospedale diocesano di Chiulo necessita ancora di molti lavori. La malnutrizione ovviamente non è finita dopo solo tre settimane di pioggia, ma, per via dell’acqua stagnante, sono iniziate le diarree e cominciano ad arrivare in ospedale i primi casi di malaria».

    Tra la siccità e gli allagamenti, Chiulo e la regione del Cunene continuano ad essere zone fragili, con enormi esigenze sanitarie: sostieni il nostro impegno in Angola.

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