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Le mani e l’istinto di un’ostetrica

Sono partita piena di entusiasmo, con la voglia di mettermi in gioco e di imparare; sono tornata a casa ricca di esperienze ma soprattutto di emozioni.

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    Marina Croce è una delle studentesse del corso di Laurea in Ostetricia dell’Università di Padova che ha vinto la borsa di studio Michele Mega, che consente di trascorrere un tirocinio formativo di tre mesi in uno degli ospedali dove opera il Cuamm in Africa. Ci racconta la sua esperienza: “Essere un’ostetrica è per me un privilegio, ma aver avuto la possibilità di trascorrere tre mesi in Tanzania, durante la mia formazione, è stato un privilegio ancor più grande.
    Sono partita piena di entusiasmo, con la voglia di mettermi in gioco e di imparare; sono tornata a casa ricca di esperienze ma soprattutto di emozioni. Essere un’ostetrica in Africa non è facile; in un contesto dove le risorse a disposizione sono molto limitate, le mani e l’istinto diventano gli strumenti più importanti. Ma la difficoltà più grande per me è stata quella di approcciarmi ad una popolazione così diversa, ad un modo differente di vivere la maternità, a creare un legame con le donne nonostante le barriere linguistiche. Con il tempo ho imparato che stringersi la mano in alcuni momenti vale più di molte parole. Ho ammirato queste donne fin dal primo istante; mi sono meravigliata per la loro compostezza, la loro forza, anche quando il dolore di una nuova vita che si fa spazio prende il sopravvento. Oggi porto nel cuore ogni grazie ricevuto, ogni sorriso, ogni abbraccio. Porto con me la felicità di quelle persone che, sebbene abbiano poco o niente, non mancano mai di rivolgerti un sorriso e di condividere con te anche quel poco che hanno.”

    Testo di Marina Croce
    Foto di Stefano Raimondi

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