Medici con l'Africa Cuamm

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Espoir Guarire di malaria a due anni

Siamo a Bangui, dove la malaria è la principale causa di morte al di sotto dei cinque anni. La testimonianza di Corinne, infermiera Cuamm.

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    «Subito l’osserviamo, lo visitiamo e rapidamente dal triage l’orientiamo al code rouge: è in uno stato di choc, il polso è accelerato, ma debole, i suoi grandi occhi marroni sono aperti, ma vuoti, respira affannosamente e velocemente, è pallido, le congiuntive degli occhi e le palme delle mani e piedi sono bianche; è vigile, con una temperatura molto elevata. Rileviamo immediatamente i segni vitali, posizioniamo l’ossigeno, una cannula e facciamo in urgenza degli esami del sangue. Scopriamo presto che è positivo alla malaria e che ha un’emoglobina bassissima, 2,4 gr/dl (i valori normali sono 11-13 gr/dl). Richiediamo immediatamente una sacca di sangue, spiegando alla mamma che lei o qualcuno della sua famiglia dovrà donare il sangue se vuole salvare il suo bambino. In Africa il sangue scarseggia, perciò è importante la sensibilizzazione sull’importanza di donare “perché un giorno anche tu ne potresti avere bisogno”».

    Corinne, infermiera Cuamm a Bangui, ci racconta la storia di Espoir, un bambino di quasi due anni, che arriva al Complexe Pédiatrique in braccio alla madre, in lacrime, perché il piccolo non reagisce. In Repubblica Centrafricana la malaria è la malattia con il più grave impatto sulla popolazione e ancora oggi la principale causa di morte dei bambini al di sotto dei cinque anni. Nella stagione delle piogge, il tasso di trasmissione aumenta in modo significativo e la malattia diventa più letale.

    «La mamma è spaventata, ci spiega che pochi mesi fa ha perso un bambino di quattro anni nelle stesse condizioni. Cerchiamo di rassicurarla e di spiegarle che faremo il possibile per salvare suo figlio. Non bisogna perdere tempo. In attesa del sangue, gli somministriamo il farmaco antimalarico, un antibiotico e un antipiretico; manteniamo la via con una flebo per stabilizzarlo. Finalmente arriva la trasfusione che montiamo subito. La febbre è scesa e dopo qualche ora Espoir comincia a reagire, piange, si attacca al seno; questo è sempre un buon segno. Rimarrà in sala di osservazione fino al giorno dopo e verrà trasferito in reparto per altri cinque giorni, per poi essere dimesso con un follow-up di 48 ore.

    Espoir in italiano significa speranza, che non dobbiamo mai perdere! Espoir è uno dei pochi fortunati che ce l’hanno fatta. Per chi lavora in questo contesto, se anche un solo piccolo malato ce la fa, ricevi una grande forza che conferma la scelta che hai fatto e la convinzione che non potresti essere altrove.

    Nei quartieri di Bangui e in periferia sono in corso campagne di sensibilizzazione, grazie all’aiuto dei leader della comunità, nei “centre de santé” e attraverso gli spot alla radio, spiegando l’importanza dell’uso delle zanzariere, di portare subito il bambino in un centro di salute o al Complexe pédiatrique in caso di sintomi come febbre, astenia, pallore o convulsione. Anche in questo ospedale che affianchiamo, l’educazione sanitaria e la sensibilizzazione hanno un ruolo fondamentale e sono quotidiane. Lo staff formato gira in tutto l’ospedale per aumentare la consapevolezza delle mamme sulla malaria e la sua prevenzione. Un impegno che non può mai mancare».

     

    L’intervento di Medici con l’Africa Cuamm è reso possibile anche grazie al progetto d’emergenza “Fornire cure pediatriche d’urgenza a Bangui, nel contesto di accresciuta fragilità per pandemia COVID-19, volatilità e violenza generalizzata”, finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.