Qualche settimana fa si è svolto a Freetown un importante momento per fare il bilancio dell’intervento della durata di 4 anni, realizzato da Medici con l’Africa Cuamm e UNFPA grazie al sostegno del Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale del Regno Unito nell’ambito della seconda fase del progetto Saving Lives.

Un momento per mettere in luce i risultati raggiunti, i progressi fatti ma anche gli aspetti sfidanti e le prospettive future. L’intervento a supporto della salute materna in tre diversi ospedali del paese, il Princess Christian Maternity Hospital di Freetown, e gli ospedali di Bo e di Makeni, ha coinvolto più ambiti strategici, dalla formazione delle risorse umane, al miglioramento della qualità dei servizi e delle strutture sanitarie. In particolare, si è continuato a garantire il pieno funzionamento delle High Dependency Units (HDU), le unità di cura intensiva dei tre ospedali, un servizio fondamentale per garantire la sopravvivenza di molte mamme in un paese in cui la mortalità materna, seppur in leggero miglioramento, rimane molto elevata, 1.120 decessi ogni 100.000 nascite.  E ancora l’intervento ha assicurato supporto gestionale ed assistenza tecnica agli ospedali, la fornitura di farmaci e di dispositivi di protezione personale a contrasto del Covid-19, e il coinvolgimento delle comunità tramite incontri e campagne radio.

L’obiettivo che si pone Medici con l’Africa Cuamm è di continuare il proprio impegno a supporto del sistema sanitario della Sierra Leone, in particolare dei servizi di salute materno-infantile. Perché è dalla salute di mamme e bambini che dipende la salute e il benessere dell’intera comunità.