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Cure neonatali il corso Cuamm

Si è conclusa la quarta edizione del corso Cuamm sulle cure neonatali. Un appuntamento annuale che gode della collaborazione del Gruppo di Studio “Cure Neonatali nei paesi a basse risorse” della Società Italiana di Neonatologia.

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    Si è concluso oggi il corso Cure neonatali nei paesi a basse risorse organizzato da Medici con l’Africa Cuamm e il Gruppo di Studio “Cure Neonatali nei paesi a basse risorse” della Società Italiana di Neonatologia.

    Trentotto i corsisti in aula che, guidati da oltre quindici docenti, hanno potuto approfondire i temi della salute neonatale nei contesti a basse risorse attraverso lezioni frontali, discussioni di casi clinici ed esercitazioni pratiche.

    «È un corso davvero multidisciplinare che, coinvolgendo professionisti di ambiti diversi, permette ai partecipanti di acquisire una panoramica completa sui vari aspetti della cura del neonato – dice Chiara Cavagna, Head of Education and Public Awareness Department -. L’aspetto pratico ed esperienziale è poi ciò che fa la differenza: si cerca infatti di trasmettere un metodo, un approccio e sappiamo che questo è fondamentale quando si lavora in contesti dove le risorse sono estremamente limitate».

    Tra i contributi di queste tre giornate di corso: principi di antenatal care, fisiopatologia della nascita, gestione del neonato critico, tecnologie per il supporto respiratorio, nutrizione, nozioni di epidemiologia ma anche le testimonianze di chi è partito e, grazie al progetto Jpo, ha potuto trascorrere sei mesi della propria specializzazione in uno degli ospedali supportati da Cuamm. Le lezioni frontali si alternavano a discussioni, confronti, esercitazioni pratiche e analisi dei casi.

    Giunto alla sua quarta edizione, il corso si rivolge principalmente a professionisti sanitari con differenti background ed intende fornire un metodo di lavoro e informazioni utili a chi vuole affrontare una esperienza di cooperazione in ambito neonatologico nei paesi a basse risorse (LICs), lavorando al fianco di staff locale e contribuendo ad una crescita reciproca. Per fare questo, è essenziale conoscere il livello assistenziale del presidio in cui si lavora, trasmettere procedure e pratiche efficaci, avere degli strumenti di verifica. Già nel 2000 i Millennium Development Goals per povertà e salute globale hanno definito i precisi obiettivi che 191 stati membri dell’ONU si erano impegnati a raggiungere entro il 2015. L’ impegno di ridurre di 2/3 la mortalità sotto i 5 anni non è mai stato raggiunto. Le principali cause di mortalità sono l’asfissia e le complicanze durante il parto (24%), le infezioni (22%) e la prematurità (35%) mentre una percentuale compresa tra il 60-80% muore perché SGA. Per molti decenni gli esperti di Public Health hanno ritenuto necessari gli interventi ad alto impatto tecnologico, ad alto costo e quindi fuori contesto. L’evidenza scientifica indica come la riduzione della mortalità neonatale avvenga con interventi a bassa tecnologia ma mantenendo l’ambizione di migliorare i livelli assistenziali.

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