Medici con l'Africa Cuamm

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Uno sguardo che si apre di nuovo

Nel nord dell’Uganda, nelle regioni di Acholi e West Nile, la situazione nell’ambito della salute visiva è allarmante. Medici con l’Africa Cuamm insieme a CBM Italia intervengono in queste regioni per assicurare alla popolazione servizi di salute visiva.

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    Nel nord dell’Uganda, nelle regioni di Acholi e West Nile, la situazione nell’ambito della salute visiva è allarmante: mancano medici specialisti e i centri di salute sul territorio non offrono servizi oculistici adeguati anche per la mancanza di strumenti e attrezzature necessarie per fare fronte alle varie patologie visive.

    Medici con l’Africa Cuamm insieme a CBM Italia (Christian Blind Mission) intervengono in queste regioni con il progetto “ForeSeeing Inclusion” per assicurare alla popolazione servizi di salute visiva. Un intervento che mira a contribuire alla riduzione della cecità evitabile e che investe anche sulla formazione di operatori di salute: 1.012 quelli formati nel 2020, per sensibilizzare le comunità, organizzare i campi di chirurgia oftalmica e occuparsi del controllo periodico dei pazienti.

    I beneficiari del progetto sono moltissimi e con varie patologie: da chi soffre di semplice cataratta che con il tempo ha provocato cecità, a chi è diventato cieco in seguito ad un trauma. Le storie delle persone che incontriamo ogni giorno sul campo ci mostrano quanto anche un semplice intervento possa cambiare la loro vita e quella delle loro famiglie.

    Abdala, un rifugiato di 60 anni del campo di Imvepi, nel distretto di Terengo, ha sofferto di cataratta per almeno 5 anni prima di essere operato: “Era come vivere costantemente al buio. Prima ho perso la vista da un occhio nel 2018 e dopo due anni sono diventato totalmente cieco. Poco a poco mi sono ritrovato ad aver bisogno di aiuto per fare qualsiasi cosa, anche le più semplici. Mia moglie doveva prendersi cura di me 24 ore su 24 e le sono molto grato per questo – racconta – così come ringrazio il personale di Medici con l’Africa Cuamm e CBM per avermi convinto a fare l’intervento che mi ha ridato la possibilità di vedere”.

    Grazie a delle lenti intraoculari artificiali, il giorno subito dopo l’operazione, Abdala ha recuperato normalmente la vista all’occhio destro: “Ora sono nuovamente autonomo ed ho una vita normale senza dover chiedere costantemente aiuto a mia moglie”.

    Un’altra è la storia di Isaya, un rifugiato di 47 anni del campo di Rhino, rimasto cieco per 27 anni dopo aver calpestato una mina. “Tante persone come me hanno perso la vista a causa di una mina. Vivere senza poter vedere ed essere autonomo è una grande sofferenza, non potevo muovermi da solo, lavorare per sostentare la mia famiglia, mi sentivo inutile e spesso preso in giro per questa mia fragilità. Ho provato a rivolgermi a molti ospedali ma nessuno riusciva a risolvere il mio problema. – racconta Isaya –. Fortunatamente un operatore di salute Cuamm del Village Health Team mi ha consigliato di rivolgermi al centro di salute di Ofua e ho chiesto a mio fratello di accompagnarmi perché non volevo darmi per vinto. Ho potuto operarmi e grazie all’intervento ho potuto vedere il viso di mia moglie, dei miei figli. Finalmente ora posso vedere quello che non vedo da 27 anni”.

    Le storie di Abdala e Isaya sono solo alcune delle tante storie a lieto fine rese possibili grazie al progetto “ForeSeeing Inclusion”, che mira a migliorare la qualità di vita non soltanto delle persone che si sottopongono alle visite e agli interventi, ma anche delle loro famiglie.