Medici con l'Africa Cuamm

la salute è un diritto,
battersi per il suo rispetto
è un dovere
DONA ORA Il tuo aiuto può fare la differenza

Intervista a Gabriel e Letizia padre e figlia

In collegamento da Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo. Parliamo di due medici, padre e figlia, Gabriel e Letizia insieme.

Condividi con i tuoi amici:

    Gabriel, il tuo rapporto con il CUAMM quando nasce e come nasce?

    Gabriel: “Arrivai al seminario anni fa e dal seminario sono approdato a Roma al collegio filosofico di propaganda Fide. Dopo un breve percorso al seminario ho pensato di fare medicina e il collegio, avendo capito la mia preoccupazione, mi orientò verso Padova, il CUAMM. E l’idea mi affascinò, una visione innovativa, quella di dare ai giovani come noi, che venivamo dai paesi in via di sviluppo, di dare la possibilità, l’opportunità di poter fare dei buoni studi di medicina, in un ambiente ad hoc, molto conveniente e di darci la possibilità di poter ritornare nei nostri paesi per poter dare il contributo. Dopo aver finito gli studi di medicina, mi sono nel frattempo sposato con la signora Nadia, mia moglie, e abbiamo deciso insieme di ritornare in Congo, che allora era un paese difficile da vivere. Però siamo ritornati lo stesso e da quella data lì, noi siamo sempre qui e cerchiamo nel nostro piccolo di portare, di far vivere gli ideali del CUAMM”.

    C’era una cosa che tu volevi chiedere a Don Luigi, perché non riuscivi a capirla, che cosa?

    Gabriel: “Un anno prima che Don Luigi ci lasciasse, io gli porsi la domanda seguente: “Don Luigi, quando vedo le attività del CUAMM in Africa, vedo che lei gira attorno al Congo, mio paese. Ma come mai non ha mai avuto un’attività in Congo? E Don Luigi mi guardò sorridendo e mi disse; “Ma Gabriel, in Congo vi siete voi, tu e Nadia, e quindi noi avevamo interpretato questo come una interrelazione. Tanto è vero che abbiamo messo su una ONG e assistiamo, sempre nello spirito del CUAMM, anzi dobbiamo anche adottato il moto del CUAMM 20:50.

    Letizia, anche tu hai seguito un po’ le orme di papà?

    Letizia: “Sì, anch’io quando ho compiuto i 18 anni, ho avuto più o meno lo stesso percorso di mio papà, nel senso che, i miei genitori che avevano già esperienza nel CUAMM, hanno voluto che anch’io e poi le mie sorelle andassimo al CUAMM per vivere questa esperienza. Quando sono arrivata nel 2002, il CUAMM non dava più borse di studio a studenti, ma comunque continuavano ad ospitare, principalmente, italiani che venivano da ogni parte d’Italia e la formazione comunque continuava ad essere uno dei pilastri al CUAMM e lo percepivamo nelle attività all’interno del CUAMM”.

    Come il papà, sei tornata anche te ad esercitare in Africa, nel tuo paese.

    Letizia: “Sì, sto lavorando in questo momento in Africa per cercare di dare anche il mio contributo perpetuando sempre l’idea del professor Canova che era quella di dare delle cure mediche di qualità nei paesi dove l’assistenza sanitaria è comunque pecaria e dopo i bisogni nell’ambito medico sono sempre di attualità e rappresentano sempre una sfida quotidiana”.

    Oggi se non sbaglio, è proprio il giorno di battesimo di Raffael, il tuo terzo figlio.

    Letizia: “È stato rimandato sempre a causa dei problemi del covid e la paura un po’. finalmente abbiamo deciso oggi che era arrivato il momento di battezzarlo”.

    Non possiamo che concludere questo incontro con voi, sia pure a distanza, con l’augurio del battesimo per Raffael. Anche l’augurio credo da parte del CUAMM, che questa bellissima esperienza familiare, che da padre a figlia possa non fermarsi e continuare anche da nonno a nipote, perché no? Grazie ancora e arrivederci, buon lavoro.

    Argomenti: