C’è una cura contro l’Ebola, sei tu: puoi aiutarci a fermare l’epidemia e a garantire salute alla popolazione, ora che il sistema sanitario è drammaticamente debole. Fallo subito!

Area situata nella provincia sud dello stato della Sierra Leone, con una popolazione che si aggira attorno ai 234.234 mila abitanti. Nell’ospedale di Pujehun Medici con l’Africa Cuamm è attiva dal 2012 con il sostegno al reparto di medicina materno-infantile, in grado di affrontare le emergenze ostetriche.
C’è una cura contro l’Ebola, sei tu: puoi aiutarci a fermare l’epidemia e a garantire salute alla popolazione, ora che il sistema sanitario è drammaticamente debole. Fallo subito!
Un viaggio in Sierra Leone, per vedere come procede il lavoro del Cuamm. Fabio Manenti, responsabile Progetti, racconta impressioni e sensazioni di un paese in fermento, che ha tanta voglia di chiudere il capitolo Ebola.
“Questa notizia ci dà un’ulteriore spinta, come medici a tutt’oggi impegnati sul campo, per portare avanti una battaglia che non è affatto conclusa”. Giovanni Putoto, responsabile Programmazione di Medici con l’Africa Cuamm, commenta la notizia data dall’Oms poche ore fa
Anche ora che la Sierra Leone non fa più notizia, Medici con l’Africa Cuamm continua a richiamare l’attenzione su Ebola e sulle sfide del post emergenza
Grazie anche al sostegno del Ministero degli Affari Esteri italiano, Medici con l’Africa Cuamm al lavoro per costruire un futuro oltre l’emergenza Ebola
Oltre l’Ebola, in Sierra Leone si (ri)comincia dalla salute: prima tappa l’attivazione di un servizio di ambulanza per il trasferimento delle emergenze ostetriche all’ospedale di Pujehun
Oltre Ebola, i nostri operatori sul campo per assicurare servizi sanitari di base e garantire la salute dei più vulnerabili, mamme e bambini
Con le parole di don Dante Carraro, gli ultimi aggiornamenti dalla Sierra Leone ci fanno ben sperare.
Notte di San Silvestro in Sierra Leone: fuori c’è silenzio e buio. Non botti, non luci, non feste, non balli.
Lo “scafandro”, la particolare dotazione protettiva che gli operatori sanitari indossano per affrontare Ebola, non rende certo impermeabili alla sofferenza con cui ci confrontiamo.
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