Medici con l'Africa Cuamm

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Storie dal Sud Sudan

Il racconto dal Sud Sudan attraverso lo sguardo e la voce di Cecilia Sala, giornalista, che ha raccontato le “storie” di chi ha incontrato nel suo viaggio con il Cuamm.

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    Un viaggio di pochi giorni non basta per conoscere, e capire, un paese come il Sud Sudan. È solo un punto di entrata, una piccola finestra che apre uno spiraglio su un mondo lontanissimo e molto diverso dal nostro. Un angolo visuale, capace di illuminarne alcuni frammenti. Lo sguardo e la voce sono quelli di Cecilia Sala, giovane giornalista che ama raccontare “storie” dal mondo. Per la prima volta lo fa dal Sud Sudan. L’occasione è lo storico pellegrinaggio ecumenico di Papa Francesco che ha portato l’attenzione internazionale sul paese più povero del mondo. Qui il Cuamm è impegnato dal 2006, per prendersi cura delle persone, i più poveri, e della loro salute in zone remote, lontano dalla capitale, nelle oltre 100 strutture sanitarie e nei 5 ospedali. Tra questi, anche Rumbek e Yirol che il racconto di Cecilia descrive, insieme a Magdalene, Chiara, don Dante e le testimonianze di chi ha incontrato nel suo viaggio con il Cuamm. Riascolta Stories, il podcast di Cecilia Sala, realizzato e prodotto da ChoraMedia, su Spotify.

     

    Podcast dal Sud Sudan

    La casa bianca di Juba

    “Nel mega complesso della Casa Bianca di Juba i ribelli sudsudanesi hanno messo piede per la prima volta nel 2011, con l’indipendenza del paese. Ci hanno trovato dentro scheletri, femori, teschi umani che emergevano dalla sabbia. Erano delle persone che stavano dalla loro parte, la rete dei civili che sosteneva la guerra di liberazione: suore, preti, bambini, commercianti, infermiere, insegnanti. Lì il Sudan, arabo e musulmano, aveva imprigionato, torturato e ucciso donne e uomini del sud, dove la prima religione organizzata è il cristianesimo e si parla inglese, che si era ribellato. Nel 2011 è nato il Sud Sudan, il paese più giovane del mondo, nell’euforia generale — sudsudanese e occidentale. C’erano le premesse per un grande successo, ma è andato tutto storto. E proprio lì, alla Casa Bianca, che doveva custodire la memoria di quello che era stato e non sarebbe mai più dovuto succedere, è iniziata un’altra guerra civile, questa volta tutta interna al Sud Sudan”.

     

    Non sparate all’ambulanza

    “Yirol è una città con due passioni: le mucche e il wrestling. Si trova nel Lakes state, Sud Sudan. Una zona dove ci sono più kalashnikov che automobili. Qui si assalta anche un’ambulanza per portare a termine l’esecuzione del ferito che è a bordo, e se è necessario per riuscirci anche chi lo sta salvando. L’ambulanza era della Ong italiana Medici con l’Africa Cuamm, uno dei pochi presidi sanitari per gli abitanti di questo Stato. È un posto con enormi problemi di sicurezza, dove il governatore è un militare e sta risolvendo la questione con metodi che hanno indignato le Nazioni Unite: però funzionano, così i suoi cittadini hanno accerchiato il compound per protestare contro l’Onu e difendere il proprio leader”.

     

    L’ospedale di Rumbek e l’arrivo del Papa


    “Se l’ospedale di Rumbek chiudesse, in uno dei paesi dove nascono più bambini al mondo, per 500.000 persone e per quattro contee, non ci sarebbe neanche un posto per fare un parto cesareo. Rumbek è in Sud Sudan, dove è appena arrivato Papa Francesco. La sanità sudsudanese è sostenuta completamente dagli occidentali, con un fondo. I soldi li mettono gli inglesi, gli americani, e in maniera minore europei e canadesi. Solo che a un certo punto gli occidentali si sono sentiti in trappola perché hanno capito che il governo non rinuncerà mai a questi fondi, non cercherà mai di farcela da solo. I primi cambiamenti sono arrivati con Trump e con la Brexit: sono arrivati i tagli, ma solo nel 2022 è iniziato il countdown per la chiusura degli ospedali. Quello di Rumbek si è salvato, in parte, grazie a chi ci lavora, come Medici con l’Africa Cuamm”.

     

    Il Sud Sudan dopo Papa Francesco

    “Il Papa in Sud Sudan ha usato parole forti. Ha detto a chi governa il paese che non si può andare a messa la domenica e imbracciare il fucile il lunedì, ha parlato di corruzione, ha detto che non si può dipendere in eterno dagli aiuti stranieri. E ha citato Mosè, come monito. Soprattutto, ha parlato delle (e alle) donne del Sud Sudan. È stata pronunciata moltissime volte la parola “stupro”, piuttosto insolita in una preghiera o in una messa. Qui è una parola che rappresenta un problema enorme. Dalle donne tra il pubblico è partito un applauso e un ululato liberatorio, i politici sono tornati a casa meno soddisfatti”.

     

    Stories

    “Stories”è la nuova serie podcast disponibile su Spotify che vi racconta storie dal mondo, una ogni giorno. Cecilia Sala ne è autrice e voce, racconta gli Esteri attraverso i protagonisti, alcuni sono già molto famosi e altri ancora da scoprire. E attraverso le loro storie, rivela una parte di mondo: i contesti, le crisi e le buone notizie. Ma “Stories” non rimarrà in una stanza, vi porterà in trasferta con Cecilia per scoprire sul campo quello che succede nel mondo.