Medici con l'Africa Cuamm

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Due nuovi progetti a servizio di mamme e bambini

Presentati oggi a Padova due nuovi progetti Italia-Africa in partenariato tra Università di Padova e Medici con l’Africa Cuamm sostenuti dalla Cooperazione italiana, nella cornice del Piano Mattei

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    Padova, 20 maggio 2025 – Presentati oggi a Padova, nell’Archivio Antico dell’Università di Padova a Palazzo Bo (via VIII Febbraio, 2), due nuovi grandi interventi sostenuti dalla Cooperazione italiana in Costa D’Avorio e Burkina Faso che vedono il partenariato dell’Università di Padova e Medici con l’Africa Cuamm. Nella cornice del “Piano Mattei per l’Africa”, si tratta di due impegni concreti per la salute dei più fragili.

    Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, introducendo i relatori della mattinata ha presentato la cornice dell’intervento e i dati più significativi: «L’intervento che abbiamo avviato pochi giorni fa in Costa d’Avorio riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Abobo, quartiere molto popoloso di Abidjan, che oggi con 150 posti letto, gestisce circa 8.000 parti l’anno. L’obiettivo è passare dagli attuali 770 mq a una struttura di oltre 2.250mq. E insieme, si garantirà una banca del sangue, un centro per la produzione e la distribuzione dell’ossigeno, un generatore. Il progetto prevede anche il potenziamento di altre 2 strutture urbane e la fornitura di 2 ambulanze, oltre ad attività di formazione e sensibilizzazione comunitaria. In Burkina Faso, l’Oms stima che quasi il 10% della popolazione sia infetta da virus dell’epatite B e circa il 3% da quello dell’epatite C, ovvero più di 1 milione siano malati cronici di HBV e quasi 300.000 di HCV. Il Cuamm e l’Università di Padova stanno avviando un progetto triennale volto alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C presso Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo».

    La Rettrice dell’Università di Padova, Prof.ssa Daniela Mapelli ha detto: «Oggi presentiamo 2 interventi nuovi e importanti: uno in Costa d’Avorio, a cui sono destinati 12 milioni di euro, che si inserisce all’interno Piano Mattei, la cui forza sta nel fatto di progettare insieme alle realtà locali, al ministero e alle Università del paese. Un intervento per la salute delle mamme e dei bambini, non, unilaterale e calato dall’alto, ma che parte dalla condivisione di esigenze e progettualità, una collaborazione reale fin dalla fase iniziale. L’altro progetto si svilupperà in Burkina Faso, per un valore di 3 milioni di euro che arrivano dal Governo Italiano, e sarà volto alla cura dell’epatite B e C. L’obiettivo è quello di formare le popolazioni locali, così che possano diventare autonome. L’Università ci mette la sua competenza, il Cuamm la sua conoscenza dell’Africa, e insieme si può costruire qualcosa di utile e trasparente».

     S.E. Mons. Claudio Cipolla, Vescovo di Padova e Presidente del Cuamm, ha sottolineato: «In un tempo così grigio, di amarezza e disillusione progetti come questo, e l’impegno e l’entusiasmo che li accompagnano, ci fanno sperare, non solo come cristiani, ma come uomini. Il Cuamm non parla tanto delle sue radici cristiane, le testimonia con le azioni e le opere, e questo è importante. Da quello che vedo, il “Piano Mattei”, come sottolinea il nome stesso, è un intervento pensato e progettato, non semplice elemosina e assistenzialismo. Il Cuamm, da 75 anni, tiene aperta una finestra sull’Africa, uno sguardo concreto sui problemi e le potenzialità del continente, non per visibilità, ma per servire questi paesi e la loro popolazione».

     A rappresentare il Ministero degli Affari Esteri, l’Amb. Stefano Gatti, direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo che guardando allo scenario mondiale ha detto: «Oggi, purtroppo le crisi umanitarie più gravi che si stanno registrando e che nessuno vede, sono quelle del Sud Sudan e del Sudan. Il Governo italiano ha stabilito che l’Africa è una delle sue priorità e l’Italia è l’unico paese del G7 che non ha diminuito i finanziamenti per la cooperazione. Perché? Perché l’Africa è il continente più giovane, è quello più vicino a noi, ed è quello con la maggior quantità di terre agricole non utilizzate, ma con i 4/5 della popolazione in sofferenza alimentare. E dall’esperienza che ho, vedo che l’Africa accoglie a braccia aperte l’Italia che vuole dare prospettive e sviluppo, in una logica di partenariato, di dialogo e collaborazione che è quella del Piano Mattei. Con questo progetto per la Costa d’Avorio è la prima volta che destiniamo un finanziamento così consistente a un’Università, perché crediamo nell’alta professionalità e sappiamo che, insieme al Cuamm, si farà davvero un intervento efficace e utile alla popolazione».

    A rappresentare la Costa d’Avorio, il dott. Akiapo N’Cho Virgile, ministro Consigliere della Costa D’Avorio in Italia: «Non posso mancare di ringraziarvi e trasmettervi il riconoscimento delle autorità ivoriane, in particolare del Ministro della Salute, per l’eccellente lavoro svolto dall’Ong Medici con l’Africa Cuamm in 71 centri di 9 regioni, con un impatto positivo sulla vita delle persone. Questo progetto permetterà di rafforzare le strutture per la salute materna e infantile dell’Ospedale Generale di Abobo, uno dei comuni più popolosi del paese con 1.350.000 abitanti».

    Spazio all’Università di Padova, con il prof. Eugenio Baraldi, Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino, Università degli Studi di Padova che ha aggiunto: «Il Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino collabora attivamente con il Cuamm da tantissimi anni, in particolare per due progetti: quello dei Jpo, ovvero l’invio di giovani specializzandi in Africa. Dal 2006, sono stati circa 60 gli specializzandi partiti solo da Padova. Il secondo è quello del Master di alta formazione avviato a Maputo, in Mozambico, che vedrà il prossimo giugno, i primi 6 studenti ottenere il titolo. Siamo orgogliosi, anche in Costa d’Avorio, di essere al fianco del Cuamm. Noi ci metteremo le competenze, il Cuamm la sua professionalità e conoscenza dell’Africa».

    A chiudere l’intensa mattinata, il prof. Umberto Cillo, Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Oncologiche e Gastroenterologiche (Discog), Università degli Studi di Padova, che ha raccontato la realtà del Burkina Faso, dove si interverrà nella lotta all’epatite B e C: «Università di Padova, Governo italiano e Medici con l’Africa Cuamm: questi sono i tre attori grazie ai quali, in Burkina Faso, prenderà corpo questo progetto. Una triangolazione fondamentale per portare aiuto a un paese che ha tanto bisogno, ma allo stesso tempo che ha molta dignità e voglia di progettare e pianificare un reale cambiamento».

    IN COSTA D’AVORIO

    L’intervento, della durata 3 anni, sostenuto dal Governo italiano con il Piano Mattei, realizzato in collaborazione con l’Università di Padova riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Abobo e il potenziamento delle Strutture Sanitarie Urbane a base Comunitaria (FSUCom) di Abobo Avocatier e Abobo Baoulé.

    Con una popolazione stimata di circa 750.000 abitanti, Abobo Est rappresenta un contesto urbano in rapida espansione. Il Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny che nel solo 2024 ha registrato 8.000 parti, si trova a dover rispondere a una domanda crescente di servizi, in una situazione di pesante sovraffollamento. Da qui, la necessità di un notevole intervento infrastrutturale per l’ampliamento della capacità recettiva, con il potenziamento delle unità di maternità e di neonatologia e l’introduzione di servizi di supporto come la banca del sangue e il centro per l’ossigeno. Ad integrazione di queste, attività trasversali di salute comunitaria, formazione e ricerca saranno poi realizzate sempre grazie al coinvolgimento dell’Università di Padova e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

     IN BURKINA FASO

    L’evento di questa mattina all’Archivio Antico del Bo è stata l’occasione anche per presentare un ulteriore intervento di tre anni, in Burkina Faso, volto alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C.

    Un intervento di 3 milioni di euro, non inserito nel Piano Mattei, ma sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e implementato dal Cuamm e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in stretta collaborazione con il Ministero della salute locale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

    In Burkina Faso, le epatiti virali rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità, con una prevalenza dell’epatite B (HBV) stimata intorno al 10% nella popolazione generale, per circa 1 milione di malati cronici di HBV e quasi 300.000 di Epatite C.

    Il rischio aumenta significativamente in gruppi vulnerabili, specie le donne in gravidanza. Focalizzato nel Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo, a Ouagadougou, il progetto ha come obiettivo la diagnosi e il trattamento di circa 3.000 donne in gravidanza e bambini affetti da epatiti virali B e C. Il progetto prevede inoltre la formazione specialistica del personale sanitario locale, rafforzando le competenze per una risposta sanitaria sostenibile.