Il sud dell’Etiopia in ginocchio
Nel distretto di Dassenech, in South Omo, migliaia di persone si trovano in grave difficoltà a causa delle alluvioni e delle esondazioni del fiume Omo e del lago Turkana.

Nel distretto di Dassenech, regione del South Omo, migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare la propria casa, a causa delle pesanti alluvioni. A pagare maggiormente le conseguenze della crisi climatica, ancora una volta, sono i gruppi più fragili: donne, bambini e sfollati interni.
L’esondazione del fiume Omo e del lago Turkana ha ricoperto di acqua il 65% del distretto, che è uno dei più duramente colpiti dal fenomeno El Niño causando oltre 60.000 sfollati interni, su un totale di circa 80.000 abitanti.
I danni alle infrastrutture rendono difficile l’accesso alle cure: 4 centri sanitari su 5 di Dassenech risultano inagibili e 12 dei 16 posti di salute sono allagati. Qui, continuano a muoversi, come possibile, le nostre cliniche mobili impegnate a portare cure mediche dove i bisogni sono maggiori.
«In questo momento riusciamo a garantire assistenza medica al campo di sfollati interni di Marmarte, ma per le condizioni climatiche estreme abbiamo grandi difficoltà a raggiungere i “kebeles” più isolati – racconta Ephrem Berhanu, project manager di Cuamm in South Omo – C’è il rischio che si diffondano colera e malaria. Il numero di pazienti da seguire è in aumento e dobbiamo essere tempestivi per evitare epidemie, ma anche per continuare a fornire una risposta ai casi di malnutrizione e assicurare le vaccinazioni pediatriche. Tutto questo in un contesto già fragile, in cui ora garantire l’accesso alle cure diventa una sfida».
Solo negli ultimi mesi sono stati diagnosticati oltre 14mila casi di malaria ed è stato rilevato un tasso di malnutrizione pari al 36,4%. Nell’ultimo anno, i team Cuamm hanno raggiunto circa 30.000 persone attraverso le attività delle cliniche mobili e supportando i centri sanitari con viste prenatali, vaccinazioni, screening per la malnutrizione, diagnosi e trattamento della malaria.
«Tocchiamo con mano, anche qui da noi, in Veneto e nelle altre regioni, le conseguenze del cambiamento climatico, con queste piogge improvvise e torrenziali, con i fiumi che straripano e i danni che ogni giorno vediamo con i nostri occhi. Ma in Africa, l’impatto è ancora più grave e devastante – afferma don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm –. Ma tutto questo, qui non si vede e non fa notizia. L’Africa, come spesso succede, è fuori dal radar della nostra attenzione e dei nostri media. È il continente che contribuisce in forma minore alle cause del cambiamento climatico, eppure come l’Etiopia ci mostra, ne paga le conseguenze peggiori. Come Cuamm continuiamo a portare aiuto, come possiamo, ma siamo molto preoccupati, perché queste gravi alluvioni colpiscono direttamente la salute delle persone, dei più fragili, di mamme e bambini, impediscono l’accesso alle cure e facilitano la diffusione di ulteriori malattie».