Medici con l'Africa Cuamm

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Un dono provvidenziale

Il racconto di Marco Gamba, il cooperante del Cuamm che ha donato il sangue – di un gruppo raro in Africa – al vescovo padre Christian Carlassare, dopo l’agguato di domenica notte.

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    Ha 29 anni, è di Bergamo, è la sua prima volta in Africa. Marco Gamba è sereno e contento di aver fatto la sua parte, come ha potuto, per aiutare qualcuno che ne aveva davvero bisogno: il vescovo, padre Christian Carlassare a cui, dopo l’agguato, ha donato il sangue. Il gruppo sanguigno di padre Christian è raro da trovare in Africa. A causa dell’agguato di domenica notte, il vescovo aveva perso molto sangue ed era necessario fargli una trasfusione quanto prima.

    Non ho sentito gli spari, ho un sonno profondo. Però ho sentito l’ambulanza che è venuta a prendere Ottavia, il medico Cuamm, per portarla in ospedale – racconta Marco che si trova a Rumbek  dal 1° aprile e si occupa dell’amministrazione dei progetti -. Non mi sono preoccupato molto, capita ogni notte che l’auto venga a prendere Enzo od Ottavia per qualche emergenza in ospedale. Un’ora dopo, suona il telefono. Stranamente lo avevo lasciato acceso quella notte. Era Paola, la farmacista. In tono un po’ concitato, mi dice che l’ha chiamata Enzo, dall’Italia, per dire che avevano sparato al vescovo e che serviva una donazione di sangue. Si ricordava che le avevo detto, qualche giorno prima, di essere zero negativo. Lo sapeva anche il dott. Pisani, che mi aveva detto: “è un sangue molto raro qui!”. Dapprima non ho capito bene le parole di Paola, erano le 2 di notte, poi ho realizzato e sono salito subito sull’auto che mi ha portato in ospedale, senza pensarci un attimo. In Italia dono spesso il sangue, qui non mi era mai capitato e fa un certo che, trovarsi nel mezzo della notte, in una piccola stanza di un ospedale come quello di Rumbek con una tale emergenza in corso. Dopo il test e il prelievo, ho chiesto se potevo vedere padre Christian. Vederlo lucido, cosciente, che parlava, mi ha rassicurato molto. All’inizio temevamo il peggio ed eravamo tutti molto preoccupati.

    A pochi giorni dall’agguato, in ospedale il lavoro è ripreso, nella speranza che presto si faccia luce sulla vicenda e che il dialogo e la pace abbiano la meglio, sempre, sulla violenza.

    Dal 2016, da quando Medici con l’Africa Cuamm ha avviato l’intervento a Rumbek, l’impegno dei medici e degli operatori è dedicato in particolare al prendersi cura delle mamme e dei bambini, in ospedale, compreso il trattamento di complicanze ostetriche e nutrizionali, e nel territorio. L’intervento a livello ospedaliero, infatti, è parte di un programma più ampio, a supporto dell’intero sistema sanitario della Contea di Rumbek Centre e dell’area di riferimento dell’ospedale stesso, a cui sono collegate, da un servizio di ambulanza permanente e gratuito, 52 strutture periferiche. Nel 2020, l’ospedale di Rumbek, che conta 160 posti letto, ha condotto 17.957 visite ambulatoriali ai minori di 5 anni e ha ricoverato e trattato con successo 7.681 bambini e 328 bambini malnutriti severi gravi. Ha assistito 2.262 parti, effettuando 141 tagli cesarei.

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