Medici con l'Africa Cuamm

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SUD SUDAN: NON POSSIAMO STARE A GUARDARE

In Sud Sudan, lontano dai riflettori e dalle prime pagine dei nostri giornali, si sta vivendo quella che le Nazioni Unite hanno definito la “peggiore carestia degli ultimi settant’anni, una situazione che non ha eguali dal 1945”. 100.000 persone a rischio in questo momento e 5 milioni da qui a fine anno. Metà dell’intera popolazione del paese.

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    Noi di Medici con l’Africa Cuamm, con l’aiuto di tanti, siamo accanto a questa gente da 10 anni. Abbiamo messo energie, professionalità, passione nel riabilitare ospedali e centri di salute e, insieme alle strutture, ricostruire la fiducia delle persone in un futuro migliore. La situazione attuale, data dal combinato di una potente siccità e da una situazione di instabilità politica che non trova risoluzione, sta mettendo in estremo pericolo un contesto di per sé già fragilissimo. E non possiamo stare a guardare. La crisi si concentra nell’ex Stato di Unity con conseguenze gravissime per le condizioni della popolazione di quell’area e e delle zone vicine in cui si rifugia chi scappa dal conflitto alla ricerca di assistenza e cura.

    È il caso della contea di Panyijar, la punta meridionale di Unity. Il suo territorio fatto di paludi e acquitrini l’ha protetta dai combattimenti maggiori e ha offerto un nascondiglio agli sfollati. Ma il nascondiglio rischia di trasformarsi in una trappola che impedisce lo sviluppo di servizi assistenziali capillari. I pochi servizi disponibili e le risorse alimentari esistenti non sono adeguati e sufficienti e il rischio è che anche quest’area veda la propria situazione precipitare verso livelli catastrofici. Attivi nel confinante ex Stato del Laghi a supporto di 3 ospedali e 90 centri sanitari con oltre 50 operatori espatriati e più di 900 locali, abbiamo avviato una serie di consultazioni con gli attori umanitari presenti in loco, per capire come contribuire a colmare le principali lacune dell’area in termini di cure nutrizionali e sanitarie. Nel concreto, il nostro intervento, in fase di avvio prevede:

    • Una rete di cliniche mobili per fornire servizi sanitari e nutrizionali di base alla popolazione residente e sfollata presente nelle zone paludose, prive di strutture sanitarie e impossibilitate a raggiungere quelle sulla terraferma
    • Il potenziamento di un centro di salute per garantire un più facile accesso a servizi di emergenza, che ad oggi risultano inaccessibili per la popolazione residente e sfollata della parte settentrionale della Contea di Panyijar e delle Contee limitrofe di Leer e Mayendit
    • L’avvio di un sistema di riferimento che copra le aree paludose e che permetta il trasferimento dei casi sanitari e nutrizionali complicati fino ad una struttura in grado di fornire cure adeguate

    Allo stesso modo continuiamo a lavorare nell’ex Stato dei Laghi, la cui situazione in termini di sicurezza alimentare richiede uno sforzo crescente ed extra-ordinario per assicurare pronta risposta ai bisogni sanitari e nutrizionali della popolazione, mamme e bambini in primis.

    Servono grandi energie e molte risorse. L’appello di Papa Francesco alla comunità internazionale, affinché predisponesse interventi immediati, non ha sortito grandi effetti. Ma la Chiesa italiana, attraverso il Comitato 8xmille della CEI e la Caritas, si è mossa con grande rapidità ed efficacia, così come alcuni donatori privati che hanno risposto al nostro appello. Il lavoro da fare è enorme. Grazie di continuare tutti a sostenerci come potete, ognuno per quanto possibile. Noi continueremo a metterci la nostra energia, professionalità e passione per un popolo che ha diritto a un futuro migliore.

    Con 30 euro garantisci il trasporto ai più vicini centri diriferimento

    Con 150 euro garantisci cure a un bambino malnutrito

    Con 300 euro garantisci un uscita del team per screening e assistenza nutrizionale

    Dona ora

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