Nei “ghetti” del foggiano Fare la differenza
Anche domenica 28 febbraio i volontari di gruppo Medici con l’Africa Cuamm – Bari sono andati a fare visite mediche e distribuire kit alimentari nelle campagne del Foggiano, che ospitano persone immigrate molto spesso abbandonate a se stesse. Tra i volontari anche Aadyta, che viene dalle Mauritius e in Italia fa anche il mediatore culturale.

Aaditya Sharma Dalooa ha 29 anni, parla 6 lingue e proviene dalle Mauritius. Fa il mediatore culturale per il Comune di Bari, in Puglia e per l’Associazione Casa Cultura. Incontra gli immigrati della Puglia, i braccianti dei ghetti e li aiuta a orientarsi nel labirinto della burocrazia italiana. Traduce per loro i documenti, dà consigli su come fare domanda per un permesso di soggiorno, su quanto tempo prima fissare l’appuntamento con la questura o come tenere in ordine tutto il materiale necessario alle diverse pratiche.
«Sono arrivato in Italia nel 2009, insieme alla mia famiglia. Mia mamma, mio papà e mio fratello – racconta Aaditya –. Abbiamo scelto l’Italia per costruirci un futuro, per darci una possibilità di vita dignitosa. E l’abbiamo trovata. Avevo già il diploma di studi scientifici, ma qui in Italia non era riconosciuto come percorso di studi, così ho dovuto frequentare tre anni di superiori. Poi mi sono iscritto all’università e mi mancano due esami più la tesi e per laurearmi in Lettere e Diritto dell’Unione Europea. Nel frattempo ho fatto dei corsi per diventare mediatore culturale, cosa che mi ha permesso di trovare un lavoro part-time, grazie anche al Cuamm».
Gli insediamenti informali del foggiano rappresentano una delle più tristi storie della realtà italiana. Gli immigrati, per lo più uomini di origine africana, vivono in condizioni molto precarie, spesso disumane. Lavorano, in nero, nei campi, nella raccolta dei pomodori, degli asparagi, delle olive e dell’uva. Dalle 4 della mattina alle 5 del pomeriggio, per 2,50€ all’ora. Nessun diritto, nessuno riconoscimento, perché se non hanno una dimora fissa, non possono richiedere un documento di identità, per il quale servono anche 9/10 mesi. Con il permesso di soggiorno scaduto, l’unica possibilità di guadagnare è il lavoro in nero. Un circolo vizioso che è difficile rompere.
Aadyta accompagna il camper-ambulatorio di Medici con l’Africa Cuamm Bari ogni volta che visita gli otto insediamenti di Casa Sankara e Arena nella Provincia di San Severo, dove vivono circa 650 persone. Così come anche nei casolari di Borgo Cicerone (San Marco in Lamis) e Pozzo Terraneo (Cerignola). Case fondiarie, molto isolate, dove trovano rifugio un centinaio di immigrati, per lo più uomini di origine africana, dal Senegal, Gambia, Burkina Faso e Nigeria.
«Sono strutture lontano da tutto – spiega Aadyta -, senza acqua, luce, finestre. Qui nessuno arriva, nessun servizio, nessuna ambulanza, se qualcuno sta male. Non c’è nemmeno la possibilità di raggiungere un supermercato. Tutto è troppo lontano. Grazie al Cuamm e al progetto USAID vengono distribuiti dei kit di cibo sufficiente per 1 mese. Ogni volta che portiamo i kit mi commuovo a vedere come queste persone non aspettino nemmeno di avere il pacco tra le mani per aprirlo e sfamarsi. E così quando sanno che arriva il camper con i medici per le visite, li accolgono come dei “salvatori”».
Tutto grazie anche al ruolo indispensabile del mediatore culturale che permette ai medici di entrare in contatto con gli immigrati, che vincono una naturale paura e diffidenza e si lasciano visitare e aiutare.
«Questo lavoro mi piace molto. Grazie alla squadra del Cuamm che si impegna così tanto per dare un aiuto a queste persone che nessuno considera e grazie al Supporto di UsAid e al progetto “Italian Response to Covd-19” stiamo facendo, davvero, la differenza per questa gente».
Dall’inizio del progetto fino a gennaio sono stati distribuiti 2.200 kit di cibo, ovvero 33.300 pasti.
Questa storia è stata resa possibile grazie al generoso supporto dei cittadini americani attraverso l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID). I contenuti sono responsabilità di Medici con l’Africa Cuamm, ricevente del Fixed Amount Award (FAA) No. 7200AA20FA00013 e non riflettono necessariamente il punto di vista di USAID o del governo degli Stati Uniti.