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Dichiarato lo stato di emergenza e tre giorni di lutto nazionale

La situazione resta estremamente critica nei prossimi giorni previste ancora piogge intense ed esondazioni con il rischio di nuove vittime. Serve aiuto per cibo, acqua potabile, abiti, kit di primo soccorso e materiale per costruire ripari.(Foto di INGC, Instituto Nacional de Gestão de Calamidades).

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    Non è passata la fase critica a Beira, dopo il passaggio del ciclone Idai che ha raso al suolo gran parte della città e ha tagliato tutti i collegamenti con il resto del paese. Restano interrotti i contatti telefonici, le strade sono state distrutte i soccorsi e i rifornimenti possono arrivare ancora solo con elicotteri e piccoli aerei. Piogge pesanti sono attese nei prossimi giorni, con rischio di nuove esondazioni e morti. Resta incerta la conta delle vittime, che si stima siano più di mille. 30 le strutture sanitarie distrutte secondo l’Istituto per le calamità Mozambicano INGC, tra cui anche ampie parti dell’Ospedale Centrale di Beira in cui Medici con l’Africa Cuamm è presente.

    Ciclone Idai Mozambico
    (Foto di INGC, Instituto Nacional de Gestão de Calamidades)

    «La situazione rimane tragica, l’emergenza è ancora nella sua fase più acuta, nonostante sia passato qualche giorno – spiega Giovanna De Meneghi, rappresentante paese in Mozambico di Medici con l’Africa Cuamm –. È stata appena dichiarata oggi, 20 marzo, l’emergenza nazionale e tre giorni di lutto in tutto il Paese. Continua a piovere e c’è il codice rosso di emergenza per le piene, che potrebbero innalzare ulteriormente i livelli di acqua nei distretti limitrofi a Beira, già allagata per la sua localizzazione sotto il livello del mare».

    «Il distretto di Buzi è il più colpito – continua De Meneghi – lì l’acqua raggiunge i sette metri, ci sono ancora persone sui tetti delle case e sugli alberi e la zona deve essere evacuata completamente al più presto. In tutto nei distretti periferici, 400.000 persone sono ancora completamente inaccessibili. Nella città di Beira il costo del cibo è diventato carissimo ed è difficile avere acqua potabile, sono esplosi una serie di assalti alle case anche violenti».

    Ora bisogna contribuire a gestire l’emergenza, in coordinamento con le autorità locali e gli altri partner coinvolti. «Con il pronto soccorso principale fuori uso e molte strutture devastare – conclude De Meneghi -, servono urgentemente kit per il primo soccorso negli ospedali da campo per garantire operazioni di emergenza e medicazioni per i traumi. Servono anche cibo, abiti, acqua potabile, materiale per la costruzione dei rifugi di emergenza».

    È possibile sostenere l’intervento di Medici con l’Africa Cuamm con una donazione su c/c postale 17101353 o con bonifico bancario Banca Etica (iban IT32C0501812101000011078904).

    Oppure dona ora sul nostro sito con causale “Emergenza ciclone Mozambico”.

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