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Un caffè che fa bene alle mamme e ai bambini

Come abbiamo superato la diffidenza nei confronti dell’accesso ai servizi.

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    In Etiopia, a due giorni di viaggio via terra da Addis Abeba, c’è la regione di Gambella, dove la popolazione è in maggioranza di etnia Anywa, mentre quella Nuer segue a ruota.

    “Qui sto lavorando ad un progetto CUAMM, co-finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che sostiene il Sistema Sanitario Nazionale nei tre Distretti di Abobo, Gambella e Gambella Town e focalizzato sulle problematiche sanitarie materno-infantili. Nei tre Distretti sostenuti dal progetto sono funzionanti sette Centri di Salute e trentatre Posti di Salute. Ma c’è una fisiologica diffidenza nei confronti dell’acceso ai servizi. Quindi ci siamo chiesti come superarla e.. abbiamo avuto un’idea: con un caffè. Un rito tradizionale, conosciuto e utilizzato da millenni dalle popolazioni locali. Ogni tre mesi, invitiamo nei centri di salute donne, puerpere e lattanti con i loro bambini. Con mortaio e pestello vengono lavorati i chicchi ancora verdi e il lungo tempo necessario a questa operazione viene impiegato chiacchierando con lo staff sanitario per discutere dei loro problemi, scambiare pareri, consigli e raccomandazioni. Ci si confronta sull’importanza delle visite pre-natali durante la gravidanza e post-natali dopo il parto, sui vantaggi di partorire nel Centro di Salute e non nella capanna, sulle vaccinazioni durante la gravidanza per prevenire il Tetano neonatale, sulle vaccinazioni in età pediatrica, sull’allattamento al seno, lo svezzamento, sull’alimentazione corretta dei bambini, sull’importanza di eseguire il test per l’HIV e prevenire la trasmissione verticale del virus al feto o al bambino durante il parto o l’allattamento al seno. Così una semplice strategia di socializzazione riesce a diffondere la conoscenza, l’utilizzo e l’adesione a pratiche, nel rispetto delle tradizioni locali.
    In questo primo anno d’attività del progetto. I risultati ottenuti sono stati incoraggianti: più del 90 % delle donne gravide hanno avuto almeno una visita pre-natale, il 50 % delle donne gravide residenti nelle zone rurali hanno partorito in una struttura sanitaria, 80 % di queste donne hanno ricevuto la vaccinazione antitetanica, 89 % hanno eseguto il test per l’HIV e tutte le pazienti positive hanno iniziato il trattamento anti-retro virale mentre il 66 % dei bambini con meno di un anno di vita hanno ricevuto tutte le vaccinazioni del calendario vaccinale”.

    Ma il cammino da fare è ancora lungo, questi sono solo i primi passi di un cammino che si prospetta non sempre facile… ma con una tazzina di caffè lo affronteremo con maggiore forza.

     

    Da una testimonianza di Giuseppe Baracca, medico Cuamm

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