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L’Ucm di Beira festeggia 30 anni

Un anniversario che simboleggia una lunga storia di cooperazione tra Cuamm e l’Università Cattolica del Mozambico a Beira.

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    Una lunga giornata di festa, aperta con una cerimonia ufficiale per inaugurare il nuovo anno accademico ma, soprattutto, per festeggiare il trentesimo anniversario dalla fondazione dell’Università Cattolica del Mozambico. Una cerimonia che si è tenuta oggi, venerdì 14 marzo, a Beira, alla presenza del rettore Padre Filipe Sungo, del vescovo Dalla Zuanna, delle autorità del municipio e della comunità accademica dell’ateneo. A rappresentare il Cuamm, il direttore don Dante Carraro, accompagnato dal prof. Alberto Mantovani, da don Lorenzo Piva e don Matteo Fornasiero, sacerdoti della Diocesi di Padova; Emilio Agosti amico e sostenitore del Cuamm; Stefano Bassanese, responsabile collegio Cuamm che hanno raggiunto i cooperanti Cuamm Francesco Vladimiro Segala e Giorgia Gelfi, già sul campo.

    «Non è oggi che desidero elencare le numerose iniziative che vedono il Cuamm collaborare e supportare l’Università Cattolica di Beira– ha detto don Dante Carraro nel suo intervento –. vorrei piuttosto riconoscere un aspetto di valore di questa Università che è quello di essere una realtà fortemente legata alla comunità. La carriera individuale e il denaro sono infatti certamente importanti ma la scienza, la ricerca e la competenza non devono dimenticare di essere al servizio dei più poveri e fragili».

    Presente alla cerimonia, anche il professor Alberto Mantovani, immunologo di fama internazionale e direttore scientifico di Humanitas, che proprio nell’ambito della collaborazione tra Cuamm e Ucm, ha più volte raggiunto Beira in qualità di visiting professor.

    «È un privilegio poter essere qui, per la terza volta, e festeggiare un compleanno importante, che guarda al futuro – ha detto il professor Mantovani –.  Il futuro inizia proprio qui, dove si costruisce la conoscenza e si condivide».

    Una costruzione lunga trent’anni, nei quali l’Università Cattolica del Mozambico ha saputo realizzare un progetto di educazione che oggi si distingue al livello nazionale per il rigore scientifico, l’innovazione, l’internazionalizzazione e certamente per il valore umano.

    «Dalla sua fondazione nel 1995, l’Ucm ha risposto con rigore e innovazione alle sfide educative con la ferma volontà di formare cittadini integri. Non vogliamo infatti solo professionisti preparati e ben qualificati nel loro ambito, ma anche leader impegnati per il bene comune» ha detto il magnifico rettore Padre Filipe Sungo.

    A ribadire l’importanza della dimensione umana, il vescovo di Beira, Claudio Dalla Zuanna che, richiamando le parole di papa Francesco, ha affermato: «L’università è certamente un luogo in cui la scienza viene coltivata con serietà e rigore, ma è anche dove vengono formati cuori e menti non solo per l’eccellenza accademica ma per il servizio generoso verso l’umanità. L’università non può essere una torre di avorio chiusa in sé stessa ma deve saper ascoltare la società, accettare le sfide e offrire risposte».

    La storia

    Era il 1995 quando, nella città di Beira, veniva inaugurata l’Università Cattolica del Mozambico (Ucm), il secondo polo universitario del Paese, a circa 1.500 km di distanza dalla capitale Maputo. Da lì a qualche anno, anche su spinta di Medici con l’Africa Cuamm e grazie ad una collaborazione già decennale con le autorità sanitarie della città, sarebbe nata la Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Mozambico.

    Da quei primi corsi di Anatomia, Chirurgia e Medicina Interna avviati nel 2004 dai medici Cuamm, l’impegno al fianco della facoltà di medicina dell’Ucm non si è mai arrestato ma anzi, è cresciuto nel tempo.

    Il 25 agosto del 2007, a Beira, abbiamo visto laurearsi la prima classe di aspiranti medici. “Una data storica per tutto il paese”, come venne definita dal rettore dell’Università, Padre Alberto Ferreira. Erano infatti i primi studenti e le prime studentesse formati fuori dalla capitale Maputo, nell’area centro settentrionale del paese dove si contava allora appena un medico ogni 100.000 abitanti.

    Non un traguardo, ma un tassello, luminoso, su cui abbiamo continuato a costruire una collaborazione solida e duratura che negli anni ha visto il coinvolgimento di numerosi partner. Dal comune di Padova, all’Azienda ospedaliera della città, dalla Regione Veneto, alla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, alla Fondazione Cariparo, con il sostegno di tutti, abbiamo garantito supporto alla didattica e l’impegno si è intensificato. Interventi di manutenzione delle strutture (aule, laboratori), fornitura di materiali utili per la didattica (libri, computer, etc.), ma anche opportunità di tirocinio presso l’Ospedale Centrale (Hcb), l’erogazione di borse di studio per gli studenti meritevoli, i progetti di ricerca e l’ormai consolidata collaborazione al piano di studi.

    «Da anni ormai il Cuamm collabora, in sinergia con la direzione pedagogica, al piano di studi della facoltà di medicina – spiega Francesco Segala, medico Cuamm e responsabile delle relazioni con Ucm -. Attraverso questa collaborazione continuiamo a garantire lo svolgimento di alcuni dei moduli di insegnamento previsti dal piano di studi degli studenti attraverso l’invio in missione breve di esperti internazionali in collaborazione con le Università di Padova e, più recentemente, anche di Bari. Quest’anno, per la prima volta, l’intero blocco di malattie infettive è stato affidato ad un medico Cuamm ed è stata per me un’esperienza molto forte, sia professionalmente che umanamente».

    Dal 2007 ad oggi, sono più di 500 gli studenti e le studentesse che, grazie anche all’ opportunità offerta dalle borse Cuamm, hanno potuto completare gli studi presso la Facoltà di Medicina di Beira. Giovani medici e mediche oggi a disposizione di un paese storicamente a corto di personale sanitario qualificato.

    Tra gli ultimi risultati di questa storica collaborazione, una nuova proposta formativa: il primo ed unico percorso di alta formazione, presentato nel novembre 2022 e rivolto a professionisti sanitari: medici, ma anche infermieri mozambicani che hanno ora la possibilità di specializzarsi nelle emergenze pediatriche e neonatali. Grazie al sostegno del Miur, il programma è frutto della collaborazione tra Cuamm, Università di Padova, Univerità Cattolica del Mozambico e la Eduardo Mondlane di Maputo.

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