In Sierra Leone, dove cresce il futuro della salute
Le Università di Makeni di Bologna insieme al Cuamm per formare nuove figure sanitarie nel Paese
Un progetto innovativo in Sierra Leone punta a colmare un grande vuoto nel sistema sanitario: la formazione di figure professionali qualificate e fondamentali per garantire il diritto alla salute. Il progetto S.K.I.L.L.E.D., promosso da Medici con l’Africa Cuamm in collaborazione con Cooperazione Italiana, coinvolge come partner l’Università di Makeni (UniMak), tra le più stimate del paese, e l’Università di Bologna come partner diretti, insieme al Dipartimento di Anestesia e Rianimazione del Connaught Hospital, alla Saint Mary’s Home of Charity e al Joseph Berton Technical and Vocational Institute, aprendo la strada a un modello formativo che vuole durare nel tempo e portare un cambiamento concreto.
«Per il Paese, è una grande novità questa collaborazione diretta tra università, ministero della salute e ministero del lavoro, con l’obiettivo di creare un’offerta mirata alla domanda di profili specializzati nel settore sanitario – spiega Maria Valla, capo progetto del Cuamm –. Finora lo avevamo fatto in altri paesi, ma qui rappresenta un passo importante, perché permette di costruire competenze solide e riconosciute a livello nazionale».
L’Università di Bologna contribuirà alla creazione di un corso di laurea per tecnici biomedicali: una figura oggi inesistente in Sierra Leone, dove la manutenzione delle apparecchiature mediche è spesso affidata a tecnici senza formazione specifica.
«L’obiettivo – spiega Maria – è dare vita a un percorso che unisca conoscenze ingegneristiche e mediche, e che possa essere replicato anche in altre università».
Il progetto, frutto di un dialogo con il Ministero della Salute locale per identificare le maggiori carenze professionali, prevede sei nuovi programmi formativi, di cui alcuni completamente inediti nel Paese: Tecnico di radiologia, Tecnico in autoclave, specializzato nella sterilizzazione degli strumenti chirurgici.
Accanto a questi, saranno potenziati i corsi per tecnici di laboratorio, analisi dei dati sanitari, per migliorare la digitalizzazione, fisioterapisti, e community health officer, queste ultime figure intermedie tra medico e infermiere.
In totale, 240 studenti beneficeranno dei corsi nell’arco dei tre anni di progetto, sostenuti anche da borse di studio per garantire l’accesso a giovani provenienti da tutto il Paese.
Nel mese di ottobre, il professor Stefano Severi dell’Università di Bologna ha visitato l’Università di Makeni per studiare nel dettaglio i singoli curricula da avviare e capire al meglio le necessità a cui si vuole rispondere.
«L’interesse mostrato dai partner accademici, in particolare dal professor Severi dell’Università di Bologna, è stato grande – conclude Maria –. Hanno compreso l’urgenza di rispondere ai bisogni reali del sistema sanitario e la determinazione di UniMak nel voler contribuire al cambiamento».