Il valore di ogni risorsa umana: una porta che si apre sul mondo
Il Cuamm ha sempre cercato di prestare attenzione alla persona, prendersene cura e rispettarla. Accogliere e accompagnare, questo il compito specifico delle Risorse Umane.

«Il Cuamm ha sempre cercato di prestare attenzione alla persona, tenersi in contatto con le risorse umane, prendersene cura e rispettarle. Cercare, individuare, accogliere e accompagnare, questo il compito specifico del settore Risorse Umane. A chi è sul campo si chiede professionalità e condivisione della mission, flessibilità e adattabilità, ma tutto sta nel “come” ci si pone di fronte all’esperienza: è aprire una porta dalla quale fare entrare tutto». Alessandra Gatta, in missione dalla sede di Padova in Tanzania, racconta come funziona la selezione, l’invio e l’accompagnamento di medici, operatori, amministrativi e logisti. Tante fasi, un solo grande obiettivo: lo scambio e l’arricchimento reciproco. Un privilegio sfidante e difficile.
«La gestione delle risorse umane è complessa. Generalmente, una persona deve coprire una posizione specifica: pertanto è il settore progetti a comunicare al settore risorse umane i profili di cui c’è bisogno sul campo. Attraverso questa segnalazione avviamo la procedura di reclutamento e screening dei curricula. Incontriamo i candidati che sembrano più adatti alle posizioni aperte, ma anche coloro che pensiamo possano coprire posizioni future nei progetti. La fase successiva della conoscenza delle persone avviene sia con incontri collettivi, sia con colloqui individuali; il processo di conoscenza – che deve essere reciproco – è complesso e delicato perché da una parte è necessario cogliere le caratteristiche salienti del candidato, almeno quelle più significative, per cui esploriamo l’area motivazionale attraverso domande dirette o indirette, ma anche la storia, le esperienze professionali, le difficoltà e i vissuti personali. Dall’altra è importante fare conoscere al candidato le caratteristiche, la mission e l’approccio del Cuamm.
Conduciamo i colloqui individuali in due per avere punti di vista diversi ed essere più oggettive; chi abbiamo davanti può essere più o meno aperto, diffidente o desideroso di raccontarsi; è fondamentale la fase di ascolto e di “sospensione del giudizio” per non essere condizionate da sensazioni personali. Una volta concluso il colloquio individuale, stiliamo un profilo personale, al quale segue una valutazione tecnica da parte dei colleghi del settore progetti o amministrazione. Raccogliamo le valutazioni sulla persona e procediamo a dare un feedback, sempre, sia in caso positivo, sia negativo. In caso di feedback positivo si procede con la proposta di collaborazione. Nel momento in cui la persona accetta, scattano le procedure pre-partenza, ossia la risorsa è messa in contatto con i colleghi che si occupano della parte burocratica e amministrativa legata al visto/permesso di lavoro, contratto e tutto il resto. Prima della partenza, organizziamo sempre una formazione, generalmente in sede. Questa è una fase cruciale perché bisogna dare alla persona tutte le informazioni pratiche e cercare di farla entrare nel mondo Cuamm: stiamo costruendo le basi di una relazione di lungo periodo. Il partente ha l’opportunità di parlare con i colleghi di tutti i settori per avere un quadro generale e con chi, in particolare, segue le attività progettuali della sede in cui sarà inserito. La persona riceve un kit, uno zaino, alcune magliette, una spilla, un camice se si tratta di operatori sanitari: piccoli oggetti, anche simbolici, ma importanti perché dimostrano che si sta entrando nella famiglia Cuamm.
Durante questa formazione anche don Dante ci tiene a conoscere i futuri partenti e questo è un momento prezioso. Una volta arrivata sul campo, la risorsa umana incontrerà il country manager che farà un’introduzione relativa ad aspetti specifici di contesto e di lavoro e verrà poi inserita nel team di riferimento. A questo punto, noi delle risorse umane restiamo disponibili per il supporto che può servire, contattiamo periodicamente le persone e diamo eventualmente strumenti per la gestione dei conflitti e del prendersi cura di sé. Facciamo anche missioni sul campo, durante le quali incontriamo le persone e cerchiamo di creare uno spazio informale, in cui la risorsa si senta libera di aprirsi. Spesso, può avere bisogni che vanno oltre l’aspetto lavorativo, che sono altrettanto importanti e che richiedono attenzione».
Alessandra Gatta, HR manager di Medici con l’Africa Cuamm