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Sempre di più, anche nei paesi dove siamo impegnati, la gente scappa da condizioni insopportabili in cerca di pane e sicurezza. Sono donne, bambini, famiglie, intere comunità. Per l’80% si muovano internamente all’Africa.

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    Sempre di più, anche nei paesi dove siamo impegnati, la gente scappa da condizioni insopportabili in cerca di pane e sicurezza. Sono donne, bambini, famiglie, intere comunità. Per l’80% si muovano internamente all’Africa. Così è in Etiopia, dove è in corso un’emergenza umanitaria come non se ne vivevano da anni. Il conflitto del Tigray, l’insicurezza alimentare e la siccità, per la quinta stagione consecutiva hanno provocato quasi 5 milioni di sfollati e i rifugiati. Si spostano da una regione all’altra lasciando le proprie case e terre, costretti a vivere ammassati come sacchi, senza cibo, senza acqua, senza vestiti, in spazi angusti e in condizioni igienico-sanitarie estremamente precarie.   Sono i volti di un’emergenza umanitaria a cui cerchiamo di dare risposta ogni giorno a Debre Berhan, nella Regione dell’Amhara, dove file di capannoni accolgono circa 14.000 persone.

     

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