Non basta uno scafandro contro il dolore L’aggiornamento del direttore del Cuamm
Lo “scafandro”, la particolare dotazione protettiva che gli operatori sanitari indossano per affrontare Ebola, non rende certo impermeabili alla sofferenza con cui ci confrontiamo.
Carissimi,
il nostro lavoro continua, costante e faticoso, per far fronte alle sempre nuove esigenze che quotidianamente si presentano.
Al 19 novembre 2014 si contavano ufficialmente 15.145 casi probabili, sospetti e confermati (6.073 in Sierra Leone di cui 1.394 negli ultimi 21 giorni) e di questi 5.420 decessi confermati al laboratorio (1.250 in Sierra Leone). I numeri evidenziano come l’epidemia continua a crescere costantemente e i casi segnalati stanno raddoppiandoogni 20-30 giorni. Inoltre dall’inizio dell’epidemia sono stati contagiati 584 operatori sanitari (132 in Sierra Leone) di cui 329 deceduti (104 in Sierra Leone). Sembra un bollettino di guerra. Un Paese angosciato e spaventato che sta morendo lentamente e inesorabilmente!
La sera del 18 novembre Clara scriveva: «Oggi abbiamo aperto il nuovo Holding Centre (Centro di Isolamento) vicino a Pujehun. Mariangela l’ha organizzato e possiamo già cominciare ad accogliere nuovi pazienti. Abbiamo il nuovo staff al completo, ci rimane il corso di formazione che faremo venerdì e poi siamo pronti con capienza 4 letti per i sospetti e altri 4 per i casi altamente sospetti. Domani con Mariangela andremo a Zimmi per un altro corso di formazione e per il solito materiale da costruzione, gasolio, cibo da portare. Da domani la task force su Ebola inizia una supervisione di tutto il distretto e il Cuamm darà supporto con personale, macchina, autista e gasolio. La sensibilizzazione e l’informazione, in questo momento, sono fondamentali per creare una rete di comunicazione tra popolazione e autorità».
Ma lo “scafandro”, la particolare dotazione protettiva che gli operatori sanitari indossano per affrontare Ebola, non rende certo impermeabili alla sofferenza con cui ci confrontiamo, specie quella dei bambini. Così annotava Clara sempre il 18 novembre: «Due fratelli ricoverati ieri a Pujehun sono risultati positivi, domani saranno trasferiti nel centro di trattamento di Bo o di Kenema a seconda della disponibilità di posti. Angela 8 anni e John 4 hanno già perso i genitori».
Martedì 25 novembre è arrivata la drammatica conferma. Scrive Clara: «I due bambini trasferiti al centro di trattamento sono deceduti. In due villaggi vicini a Malen ci sono 119 persone in quarantena. Ieri a Zimmi è stata ricoverata una donna sospetta e sempre ieri un ragazzo di 15 anni, sintomatico, è stato ricoverato a Kpangba, il Centro di Isolamento di Pujehun. I risultati dei test di ambedue i pazienti sono risultati negativi ma domattina dovremo ripetere i prelievi e attendere altre 12/18 ore per il risultato definitivo. Nel frattempo al Centro di Isolamento di Pujehun sta arrivando un altro caso sospetto (sembra da Bandajuma) con sintomatologia riferibile a Ebola. Il nostro centro di isolamento ormai è aperto, non abbiamo ancora l’acqua (stanno facendo la perforazione in questi giorni) e ci si arrangia con bidoni; domattina dovrebbe arrivare un camion cisterna per riempire i 3 serbatoi (7000 litri). Con le nuove disposizioni sanitarie, le morti del distretto devono essere denunciate, le sepolture supervisionate dai burial team e se morti probabili (senza storia di malattia cronica), si deve eseguire il test della saliva e portarlo a Bo-Bandajuma. Perciò verranno costituiti due nuovi burial team (4 in tutto) e c’è bisogno di altri tecnici di laboratorio per fare i test della saliva. Mentre scrivevo, mi è stato comunicato che il ragazzo di 15 anni ricoverato al Centro di Isolamento di Pujehun è da poco deceduto».
No, no siamo impermeabili al dolore che si sta consumando in Sierra Leone. Continuiamo a fare la nostra parte e a sostenere il delicato, difficile lavoro dei nostri operatori sul campo. Sappiamo che i rischi sono tanti e gravi. Davvero vi chiedo un ricordo e una preghiera speciale per loro. Ricordiamo e preghiamo anche per il medico siciliano ricoverato allo Spallanzani.
Domani, sabato 29 novembre all’Annual meeting di Torino racconteremo anche questo, dalla viva voce dei diretti protagonisti.
Continuate ad accompagnarci e fate il possibile per essere con noi! Abbiamo bisogno del vostro aiuto e della vostra vicinanza!!
Un abbraccio,
Don Dante Carraro
direttore di Medici con l’Africa Cuamm
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Causale Emergenza Ebola
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