Grazie, Angelo
Una vita con l’Africa, tra Nigeria, Togo e Angola. È scomparso giovedì 13 ottobre a Senigallia Angelo Caroli, medico volontario del Cuamm, all’età di 94 anni. Siamo vicini alla famiglia, esprimendo affetto e gratitudine per l’impegno che Angelo ha offerto in oltre 13 anni di servizio sul campo.

Raccontando di sé e dei colleghi inviati sul campo, in Nigeria, Angelo aveva scritto: «Alcuni ebbero appena il tempo di posare le valigie prima di essere chiamati in sala operatoria e scoprire, in successione, di essere il solo medico sul posto, nonché l’anestesista, il chirurgo, ortopedico, ostetrico, pediatra, neurologo, infettivologo, anatomopatologo, con responsabilità drammaticamente illimitate in una realtà con mezzi fortemente limitati». Ma oltre alle responsabilità schiaccianti, aveva espresso anche la gioia e le soddisfazioni del servizio prestato: «Non si può dimenticare la gratitudine espressa dalle madri delle partorienti che, aspettando fuori dalla sala parto, alla vista del medico chiedevano con gli occhi come era andato il parto, ed il medico immediatamente diceva: maschio – femmina, e subito la gioia si scatenava visibile nello sguardo, nella danza e nel canto».
Dall’Italia all’Africa, il Cuamm ricorda il contributo fondamentale di Angelo Caroli, medico nato in Puglia nel 1928, scomparso giovedì 13 ottobre a Senigallia, dove si era stabilito, dopo il rientro in Italia, con la moglie Catherine e con i figli. Oltre tredici anni sul campo per portare salute e un più equo accesso alle cure in Nigeria, in Togo e in Angola. In Africa Angelo ha costruito anche la propria famiglia: in Nigeria, aveva conosciuto Catherine e, qualche anno dopo, erano nati Donatus, Fausto, Marie Therese e Roberto. L’impegno di Caroli “ha contagiato” i nipoti Donato e Giovanni, entrambi medici e tutti e due in missione con il Cuamm in Mozambico, in Etiopia e in Tanzania tra gli anni Ottanta e Novanta.
Grazie, Angelo, anche per avere prestato le tue competenze quando il Cuamm decise, a fine anni ’90, di entrare in Angola, un Paese nuovo per l’organismo e ancora afflitto dalla guerra civile. Non hai esitato a ripartire con noi, prima con una breve missione esplorativa, in seguito, nel 1997, per sei mesi di duro lavoro, tutto questo quando avevi quasi 70 anni. GRAZIE!