Medici con l'Africa Cuamm

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Giovani che credono nei giovani

A raccontarci questa storia sono i fondatori di Atoms Brewing che hanno deciso di sostenere il Cuamm, finanziando una borsa di studio per uno studente di medicina presso l’Università Cattolica di Beira in Mozambico.

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    Sul loro sito c’è scritto: “Dietro ogni birra c’è una storia” e nel caso di Beira, una delle birre artigianali di Atoms Brewing, la storia è davvero bella. A raccontarcela sono proprio i fondatori di questo progetto, che nasce in Veneto dalla passione di 4 ragazzi padovani. Quest’anno hanno deciso di realizzare una charity beer per sostenere Medici con l’Africa Cuamm, finanziando una borsa di studio per uno studente di medicina presso l’Università Cattolica di Beira in Mozambico, con cui il Cuamm collabora dal 2004. Un gesto di solidarietà che pensa al futuro dei giovani e dell’Africa.

     

    Chi c’è dietro ad Atoms Brewing?

    Siamo 4 ragazzi padovani, dai 26 ai 30 anni, appassionati di birra artigianale. Da sempre curiosi, da sempre in movimento, abbiamo iniziato a studiare i processi produttivi e girare Italia ed Europa una decina di anni fa. Abbiamo quattro personalità estremamente diverse ma (fortunatamente) complementari, che ci hanno permesso in pochi anni di vivere quello che ancora oggi ci sembra un sogno.

    Io (Federico) sono probabilmente il più nerd. Ingegnere ambientale di professione, mi occupo della stesura delle ricette e della gestione dei social, oltre che studiare continuamente processi produttivi e materie prime. Gianluca A., psicologo di formazione e business development manager per una società di e-commerce, segue il commerciale. Alberto, ingegnere elettrico, segue la parte logistica e informatica. Infine Gianluca B., libero professionista, si occupa di logistica e segue direttamente la produzione.

    Abbiamo un background simile a molti altri nel settore: abbiamo frequentato corsi, partecipato come volontari a vari festival in Italia ed Europa e chiaramente, abbiamo iniziato a spignattare in taverna. Cotta dopo cotta, come ogni homebrewer, abbiamo affinato tecniche e ricette continuando senza sosta a studiare. Dopo qualche anno di birre da lavandino e birre che ci hanno entusiasmati, abbiamo deciso di provare a produrre qualche litro in più e, a dicembre 2020, in piena pandemia, abbiamo deciso di iniziare a produrre in un vero impianto professionale. Oggi siamo un birrificio in itinere, un po’ gipsy, poiché non possediamo un impianto ma noleggiamo impianti di altri birrifici artigianali.

     

    Come nasce il progetto Atoms Brewing?

    Il progetto Atoms brewing nasce esattamente sulla scia di quanto vissuto negli anni passati: un continuo studio e una continua ricerca. Partendo dallo studio degli stili, proviamo a discostarci dai canoni classici introducendo uno o più elementi di novità: come gli atomi, andiamo alla ricerca di un nuovo equilibrio. Il fil rouge che lega le nostre produzioni è la facilità di beva: per noi la birra artigianale è socialità, legame, e per tale ragione deve accomunare le genti ed essere accessibile a tutti. Deve essere semplice, ma in grado di stupire per la sua qualità.

     

    Perchè avete deciso di dedicare una charity beer al Cuamm?

    Ogni anno produciamo una birra a sostegno di un ente benefico. Vogliamo che i nostri sforzi, la nostra passione, vadano oltre al “semplice” bere buona birra: vogliamo dare un contributo concreto alla nostra società. Al centro del nostro progetto difatti ci sono i valori di sostenibilità ambientale e sociale. Lo scorso anno abbiamo deciso di sostenere un’associazione ambientalista che tutela i nostri Oceani, quest’anno invece abbiamo scelto Medici con l’Africa Cuamm il cui progetto ci sta particolarmente a cuore.

     

    Federico, tu hai un legame speciale con il Mozambico. Ci racconti qualcosa?

    Ho avuto la fortuna di vivere un paio di mesi in Mozambico, nell’estate 2018, ospitato da missionari. Per me è stata una sliding door, un’esperienza così forte e appagante che mi ha cambiato completamente la vita. Mi sono accorto di come, qui in Europa, viviamo in un grande acquario. Dentro è tutto sotto controllo, c’è tutto quello che serve, ma quello che accade fuori rimane un mistero. Sono partito per l’Africa con l’intento di salvarla, di dare un contributo… E invece è stata l’Africa a salvare me, regalandomi una nuova visione del mondo. Proprio per questa ragione, per questa infinita gratitudine, abbiamo deciso di sostenere, come possiamo, quel meraviglioso continente.

     

    Quale progetto avete deciso di sostenere? Perché è importante secondo voi investire nella formazione dei giovani africani?

    Abbiamo deciso di sostenere il progetto “Beira”, che finanzia una borsa di studio per un giovane studente di medicina mozambicano. Esportare le nostre conoscenze, mirando alla formazione della popolazione locale, è il modo migliore per aiutare concretamente l’Africa. Spesso in Europa si ha la sbagliata concezione che “tutto quello che non ci serve può servire all’Africa”. In realtà non è così, e quasi sempre quello che scartiamo noi, viene scartato anche in Africa. Il modo migliore, per noi, di aiutare i paesi africani è esattamente ciò che fa il Cuamm: formare le risorse locali per creare un futuro.

     

    Per sapere di più sul progetto dedicato alla formazione di giovani medici in Mozambico guarda le storie di 5 futuri medici che, grazie al sostegno delle borse di studio di Medici con l’Africa Cuamm, potranno coronare un sogno personale e dare un aiuto concreto al proprio paese.

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