Giornata mondiale dell’alimentazione
2,8 milioni di persone al mondo sono malnutrite. Un problema ancora cronico in alcune aree del pianeta e che contribuisce al 45% dei decessi globali nei bambini al di sotto dei 5 anni di età. Senza uno sforzo maggiore, entro il 2030, l’80% dei casi sarà proprio nel continente africano.

La Giornata Mondiale dell’Alimentazione si celebra ogni anno il 16 ottobre, per ricordare la data di fondazione della Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, istituita a Québec, in Canada, nel 1945.
La data rappresenta ormai un evento globale che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica su una delle sfide più urgenti del nostro tempo: garantire un accesso equo e sostenibile al cibo per tutti. Il messaggio scelto quest’anno per portare l’attenzione sui 733 milioni di persone che soffrono la fame nel mondo è “Diritto al cibo per una vita e un futuro migliori”.
«Sono arrivata al pronto soccorso perché la bambina non smetteva di vomitare, aveva febbre alta e diarrea. Quando l’hanno visitata, hanno rilevato uno stato di malnutrizione severa e sono intervenuti dandole ossigeno. Siamo rimaste nel pronto soccorso per 24h prima di essere trasferite nel reparto di pediatra dove ha iniziato la terapia, prima a base di latte terapeutico e poi Plumpynut» ha detto Christine da Pujehun, Sierra Leone.
Il mancato accesso al cibo o l’assenza di una dieta alimentare bilanciata sono causa diretta di malnutrizione, di cui ad oggi soffrono 2,8 miliardi di persone (UNICEF, WHO, World Bank Group, 2023). Un problema ancora cronico in alcune aree del pianeta e che contribuisce al 45% dei decessi globali nei bambini al di sotto dei 5 anni di età. In Africa sub-Sahariana sono molteplici le cause che concorrono all’elevato tasso di malnutrizione: conflitti armati, ricorrenti shock climatici e crisi economiche. Fattori che incidono fortemente sulle fasce più povere e vulnerabili della popolazione.
La malnutrizione è causata dalla carenza di sostanze nutritive essenziali. I bambini che ne soffrono mostrano difficoltà di crescita e scarso sviluppo fisico e mentale. Inoltre, a causa dell’indebolimento del loro sistema immunitario, sono fortemente esposti al rischio di infezioni e malattie.
«La maggior parte dei nostri pazienti è malnutrita – dice Annachiara Zin pediatra Cuamm a Pujehun, Sierra Leone. – La condizione economica del distretto, la scarsa disponibilità di cibo e la poca educazione sul tema concorrono ad aumentare la prevalenza dei casi incidendo fortemente sulla mortalità infantile. Spesso riceviamo pazienti critici che arrivano con complicazioni che avremmo potuto evitare intervenendo in modo tempestivo – aggiunge Zin. – Questo ci ricorda che è necessario fare un lavoro integrato e agire parallelamente al livello clinico, con servizi ospedalieri dedicati e al livello comunitario, cercando di creare fiducia nella comunità e facilitando l’accesso ai servizi sanitari».
L’età più critica va dai sei mesi (quando inizia la fase di svezzamento) ai due anni. Ma tra i gruppi a rischio ci sono, più in generale, i bambini sotto i cinque anni, gli adolescenti, le donne in gravidanza o durante l’allattamento, gli anziani e i malati cronici. Le persone più vulnerabili sono spesso costrette a consumare solo alimenti di base o prodotti a buon mercato – spesso scarsamente nutriente – mentre altre non hanno accesso a generi alimentari freschi o diversificati, oppure non dispongono delle informazioni necessarie per adottare un regime alimentare sano.
In Sierra Leone, nel distretto di Pujehun, Medici con l’Africa Cuamm porta avanti un intervento di contrasto alla malnutrizione che coniuga attività cliniche e comunitarie. Con l’obiettivo di sconfiggere la fame, raggiungere la sicurezza alimentare e migliorare la nutrizione, Cuamm promuove infatti l’agricoltura sostenibile attraverso la creazione di orti e l’offerta di formazioni su buone pratiche agricole, disegnate in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura e della Foresta. All’attività agricola, si lega poi quella di educazione e sensibilizzazione alimentare: attraverso dimostrazioni culinarie, si intende fornire alle madri gli strumenti per garantire un’alimentazione sana e bilanciata utilizzando alimenti sani, economici e facilmente reperibili. A completare la componente comunitaria, l’introduzione di un sistema di microcredito gestito al livello comunitario, in 60 villaggi, per garantire la sostenibilità della pratica agricola.
Se gestite bene, l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca possono infatti offrire cibo nutriente e generare redditi adeguati, sostenendo uno sviluppo rurale centrato sulle persone e proteggendo l’ambiente allo stesso tempo.
L’impegno nel contrasto e la cura alla malnutrizione si estende in ciascuno dei paesi di intervento Cuamm. Per accelerare il raggiungimento dell’obiettivo di sviluppo sostenibile numero 2 “Sconfiggere la fame”, dell’Agenda 2030, Cuamm sostiene le politiche e i programmi nazionali, promuovendo concretamente nelle comunità, nei dispensari e nei centri di salute l’educazione alimentare delle donne in gravidanza, sensibilizzando le mamme sui vantaggi dell’allattamento esclusivo al seno fino ai sei mesi e monitorando la crescita del bambino durante i primi anni di vita.
Cuamm gestisce inoltre i casi di malnutrizione acuta e cronica, ancora molto diffusi in Africa in particolare durante i periodi di siccità e conseguenti carestie.
MALNUTRIZIONE ACUTA
La malnutrizione acuta è il risultato di una rapida perdita di peso o dell’incapacità ad acquisirne e si verifica solitamente quando l’individuo ha un accesso insufficiente al cibo, ad esempio a causa di carestia o difficoltà economiche. Può essere moderata o severa: in quest’ultimo caso, il bambino rischia di morire. Medici con l’Africa Cuamm sostiene le unità nutrizionali per le cure intensive della malnutrizione acuta severa e complicata in diversi ospedali dei Paesi nei quali opera, oltre a sostenere attività di screening e identificazione dei casi malnutrizione acuta sul territorio e nelle unità sanitarie periferiche.
MALNUTRIZIONE CRONICA
La malnutrizione cronica indica un ritardo nella crescita, riscontrabile tramite un basso rapporto altezza/età. È dovuta a una costante carenza di cibo o a un uso limitato di potenziali risorse e inizia quindi già nei primi giorni di vita del feto. Causa nel bambino deficit permanenti di crescita fisica, psichica e intellettuale, compromettendo tutta la sua vita futura. Purtroppo non esiste una vera terapia, ma Medici con l’Africa Cuamm, attraverso alcuni programmi specifici, effettua interventi educativi a favore delle mamme e somministrazione di supplementi a donne in gravidanza e bambini, che possono ridurre l’impatto e i danni di questa ritardata crescita. Fra i principali interventi ci sono il trattamento dell’anemia in gravidanza, la somministrazione di acido folico e altri oligoelementi come lo iodio, la prevenzione della malaria in gravidanza, la promozione di un buon stato nutrizionale della mamma, l’allattamento esclusivo al seno e la bonifica di parassitosi intestinale nel bambino.
La lotta alla malnutrizione si colloca tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030. Tuttavia, ad oggi, secondo le stime di Unicef, Oms e World Bank solo un terzo di tutti i Paesi è vicino al raggiungimento dell’obiettivo globale: ridurre il numero di bambini con arresto della crescita a 89 milioni entro il 2030. Sempre secondo l’analisi, con i progressi attuali, l’obiettivo del 2030 sarà mancato da 39,6 milioni di bambini, di cui oltre l’80% in Africa.
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