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Cuamm premiato in Cina lo studio su salute, comportamenti e cambiamento climatico

Presentato alla International Conference on Climate Leadership, in Cina, un trial sulla prevenzione di malattie infettive legate al clima in Mozambico.

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    Si è conclusa ieri la International Conference on Climate Leadership ad Harbin, in Cina, durante la quale Medici con l’Africa Cuamm ha ricevuto il Best Paper Award per la presentazione di un protocollo di studio che indaga l’efficacia di interventi di prevenzione delle malattie infettive legate al cambiamento climatico, come malaria e colera, nelle province più vulnerabili del Mozambico. Lo studio, realizzato in collaborazione con Unicef, è stato inserito tra le migliori presentazioni della conferenza per rigore scientifico, innovazione metodologica e rilevanza globale.

    Quella dei cambiamenti climatici è una vera emergenza: in Mozambico, solo a partire dal 2019, i cicloni Idai, Kenneth, Guambe, Freddy e Chido hanno impattato la vita di oltre tre milioni di persone, distrutto 360,000 case, sfollato oltre 60,000 famiglie e provocato, rispettivamente, 42,000 casi di malaria e 20,000 casi di colera. Questo, nonostante il Paese emetta meno dello 0.01% delle emissioni cumulative globali di CO2, prodotte dalla combustione di petrolio, carbone e gas naturale.

    In questo contesto, dal 2022 al 2024 Medici con l’Africa Cuamm in collaborazione con Unicef, ha implementato l’intervento di Social and Behaviour Change (Sbc) Familia Modelo, volto a promuovere pratiche preventive a basso costo, in risposta al crescente rischio di diffusione di malattie infettive water-borne e vector-borne tra le comunità più esposte e vulnerabili alle conseguenze degli eventi climatici estremi.

    «L’esperienza precedente ci ha dato buoni dati di partenza, evidenziando la necessità di un approccio multidisciplinare per comprendere fenomeni di tale complessità e realizzare interventi concreti ed efficaci, soprattutto in un contesto che è sempre più vulnerabile alle crisi sanitarie provocate dal cambiamento climatico» spiega Edoardo Occa, autore dello studio e esperto Cuamm di salute comunitaria.

    Infatti, il primo studio pubblicato, ha dimostrato che l’intervento ha portato a un miglioramento significativo nei comportamenti di prevenzione: un aumento del 58% nell’adozione di una corretta igiene delle mani e del 50% nel reperimento e nella conservazione di acqua sicura. Dalla collaborazione proficua con Unicef Global e Unicef Mozambico, è nato un protocollo di studio, arrivato fino alla International Conference on Climate Leadership (21-22 luglio 2025, Harbin, Cina), organizzata dalla University College London (Ucl), che ha riunito studiosi da oltre 30 Paesi per affrontare il tema del cambiamento climatico con un approccio interdisciplinare, includendo contenuti da diversi campi di ricerca, tra i quali la salute, l’urbanistica, il policymaking.

    «Lo studio consiste in un trial controllato randomizzato che coinvolgerà 3 province (Cabo Delgado, Nampula e Zambezia), 76 villaggi e oltre 3.000 famiglie. Obiettivo principale: valutare l’efficacia dell’intervento SBC nella riduzione dell’incidenza di diarrea acquosa acuta (AWD), considerando anche fattori modificanti legati agli eventi climatici estremi. Effettuare un controllo tra il gruppo interessato e un gruppo non interessato dall’intervento, ci permetterà di avere un disegno di studio solido che ci restituirà anche gli effetti sulle comunità dei cambiamenti climatici» spiega Francesco Segala, autore dello studio e project manager Cuamm in Mozambico, che ha presentato il protocollo alla platea del convegno.

    L’intervento prevede l’uso di trasmissioni radiofoniche comunitarie, performance teatrali, il coinvolgimento di leader religiosi e tradizionali, e il riconoscimento pubblico delle “famiglie modello”, per incentivare la creazione di un ambiente sociale favorevole all’adozione collettiva di comportamenti preventivi.

    La valutazione si baserà su questionari, osservazioni dirette e dati di sorveglianza clinica locale, integrando anche variabili climatiche. Sarà così possibile analizzare, tramite modelli statistici e scienze comportamentali, se l’efficacia dell’intervento varia nei villaggi colpiti da eventi climatici estremi, come cicloni e tempeste tropicali. Un elemento cruciale per adattare le strategie di prevenzione ai nuovi rischi imposti dal cambiamento climatico.

    «Vedere riconosciuto questo lavoro in un contesto internazionale così autorevole è un grande traguardo per Cuamm, che da anni si impegna a fare ricerca, costruendo evidenze scientifiche nei contesti più difficili e generando valore a partire dall’azione diretta sul campo e con le comunità. Abbiamo portato all’attenzione di esperti e accademie le comunità più vulnerabili, che pagano il prezzo della crisi climatica generata dall’uso intensivo di combustibili fossili» commenta Giovanni Putoto, Responsabile Programmazione e Ricerca operativa Cuamm.

    Il Cuamm ha portato un punto di vista sul Sud globale e sulle popolazioni vulnerabili, e il premio ottenuto rappresenta un riconoscimento importante del ruolo che l’organizzazione può e deve giocare in termini di climate leadership.