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Alta formazione in Mozambico i diplomi

Un percorso inaugurato a novembre 2022 che oggi chiudiamo festeggiando 14 diplomi di alta formazione. Professionisti mozambicani altamente qualificati in cure pediatriche e neonatali, grazie al sostegno di Mur, UniPd e Cuamm e con la collaborazione di due università mozambicane.

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    Si è concluso il primo ciclo del percorso di alta formazione in cure pediatriche e neonatali per giovani medici in Mozambico. Una collaborazione tra Cuamm, Università di Padova, Università Eduardo Mondlane di Maputo e l’Università Cattolica di Beira (Ucm) grazie al sostegno del Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur).

    Internazionalizzare l’istruzione superiore in Mozambico, favorire gli scambi tra istituzioni accademiche e rafforzare la preparazione professionale nell’ambito delle cure pediatriche e neonatali. Erano questi gli obiettivi del programma di alta formazione che nel novembre 2022 avevamo presentato nell’Università Eduardo Mondlane di Maputo e che ancora oggi si distingue per essere un’iniziativa innovativa, unica nel Paese.

    A quasi tre anni di distanza, ci siamo riuniti nello stesso posto in occasione della cerimonia di consegna dei diplomi a 15 studenti, 14 donne e un uomo, provenienti da ogni provincia del Paese. Tra loro: 6 medici e 9 infermieri senior. Presenti all’evento: l’ambasciatore italiano in Mozambico Gabriele Annis, il prof. Jahit Sacarlal, direttore della Facoltà di Medicina dell’Università Eduardo Mondlane e una delegazione da Padova composta dalla prof.ssa Liviana Da Dalt già direttrice del Pronto Soccorso pediatrico del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino dell’Università di Padova, dal prof. Daniele Trevisanuto neonatologo dell’Università di Padova e Giorgia Gelfi – Rappresentante Paese Cuamm in Mozambico.

    «Questo master è un’opportunità per i medici e gli infermieri che hanno partecipato ma soprattutto per il sistema sanitario, perché potranno contribuire al miglioramento della salute delle comunità in cui operano con un’attenzione particolare verso i più fragili come i bambini – ha dichiarato l’Ambasciatore Gabriele Annis che ha poi concluso -.  Il governo italiano, tramite il ministero dell’Università e della Ricerca, si impegna a finanziare una seconda edizione al fine di continuare a migliorare la preparazione di clinici mozambicani».

    Le istituzioni accademiche coinvolte hanno collaborato alla formulazione del Programma congiunto, mettendo a disposizione le competenze di docenti, ricercatori e studiosi provenienti da diverse discipline. Nell’ambito del percorso di formazione, gli studenti hanno preso parte ad una serie di insegnamenti obbligatori generici per poi iniziare i moduli specifici obbligatori. Tra gli insegnamenti offerti: Etica nella pratica clinica e nella ricerca scientifica; Tecniche di espressione e comunicazione; Fondamenti di epidemiologia; Biostatistica di base; Metodologia di ricerca avanzata; Sociologia dell’infanzia ma anche Malattie neonatali e infantili più comuni in Mozambico; Malattie cardiopolmonari in età pediatrica; Malattie emato-oncologiche in età pediatrica; Malattie neurologiche in pediatria; Emergenze in Neonatologia; Malattie nefro-urologiche in età pediatrica; Incidenti e avvelenamenti in età pediatrica.

    Grazie al coinvolgimento dell’Università di Padova, sono poi stati offerti anche quattro corsi integrati, nello specifico:

    • Corso PALS – Pediatric Advanced Life Support (coordinato dal dott. Andrea Pettenazzo);
    • Corso di rianimazione neonatale (coordinato dal prof. Daniele Trevisanuto);
    • Corso di malattie dell’apparato respiratorio (coordinato dalla dott.ssa Serena Calgaro);
    • Corso di nutrizione pediatrica (coordinato dalla dott.ssa Giovanna Verlato).

    «La strada per arrivare ad oggi è stata molto lunga, in primis è stato necessario fare un lungo lavoro tra le tre università coinvolte e conoscersi reciprocamente. Oggi questa cerimonia dimostra la forza della collaborazione e celebrare questo importante traguardo ci riempie di orgoglio» ha detto il prof. Daniele Trevisanuto.

    Al fine di promuovere l’internalizzazione tra Università, il percorso di formazione ha inoltre offerto a sei medici la possibilità di una visita in Italia per conoscere la realtà ospedaliera del nostro paese ed approfondire la comprensione di un modello di cura diverso da quello mozambicano. Le studentesse coinvolte hanno preso parte alle attività di routine presso l’Ospedale di Padova, guidate dal Dr. Daniele Trevisanuto, pediatra neonatologo e docente presso l’Università di Padova.

    «Durante il primo anno, attraverso la parte di ricerca e analisi, abbiamo potuto osservare l’assistenza neonatale e pediatrica da un diverso punto di vista, fondamentale per migliorare il monitoraggio e la cura dei più piccoli. Poi abbiamo dedicato tempo alle patologie più comuni in Mozambico, analizzato le principali sfide e gli ostacoli nella cura. In Italia abbiamo visto un sistema diverso e questo è stato importante per capire che quello che dobbiamo fare è elaborare strategie efficaci cercando soluzioni pratiche e realizzabili nel contesto. Solo così possiamo fare davvero la differenza» ha detto Sara Razão Simão.

    Il progetto, presentato a Maputo nel novembre del 2022, ha coinvolto Medici con l’Africa Cuamm, da tanti anni impegnata nella formazione di medici in Mozambico ed è stato guidato dall’Università di Padova, capofila dell’iniziativa e coinvolta in prima linea in diverse attività: dalla programmazione delle sessioni formative e del percorso di studi, alle proposte di didattica a distanza e di e-learning; dall’individuazione del corpo docente alla facilitazione di scambi interculturali tra le Facoltà; dal favorire l’accesso alle attività didattiche da parte di 14 studenti, all’invio di materiali ed equipaggiamento utili alla formazione superiore.

    L’iniziativa, come sottolineato da Giorgia Gelfi – Rappresentante Paese Cuamm in Mozambico, si inserisce perfettamente nella strategia Cuamm che pone al centro del proprio impegno l’attenzione verso i più fragili, mamme e bambini, e che promuove la formazione ad ogni livello, dai training on the job ai percorsi universitari.

    «Questa giornata è la conclusione di un percorso che sintetizza al meglio la strategia del Cuamm in Mozambico e non solo: la formazione specialistica di medici e infermieri come leva di cambiamento essenziale per migliore la qualità dell’assistenza e l’attenzione verso i più fragili, neonati e bambini, che grazie alle cure di questi professionisti potranno avere una possibilità in più».

    Per le sei mediche che hanno seguito il corso di alta formazione, questo percorso è stato “un’opportunità unica che nel Paese mancava” come ha detto Yumna aggiungendo:

    «Studiare e lavorare sotto la guida di professori di grande esperienza ci ha permesso di aprire la mente e visualizzare orizzonti di cura nuovi che ci aiuteranno ad affrontare con maggiore capacità il nostro lavoro di mediche».

    Un traguardo davvero unico, che ha messo insieme pratica clinica e ricerca accademica restituendo una metodologia, un approccio, una visione che è stata per molte di loro la conquista maggiore.

    «Oltre a migliorare le competenze cliniche, questo percorso mi ha permesso davvero di adottare una prospettiva più ampia. Direi che più di tutto, oggi sento di avere la capacità di approcciarmi alle emergenze pediatriche con un metodo nuovo, che mi porta a considerare soprattutto l’aspetto di prevenzione necessario per definire strategie efficaci alla riduzione della mortalità infantile» ha detto Joyce Ventura Monteiro.

    «Il diploma che oggi ho tra le mani non è solo una conquista personale, ma un rinnovato impegno per la salute dei nostri bambini in Mozambico. – ha detto Afsha Banu Tahibo – La formazione ricevuta ha ampliato la mia capacità di intervento in contesti critici, rafforzato il mio senso di responsabilità e mi ha fornito strumenti concreti per migliorare le cure neonatali e pediatriche nel nostro Paese, dove ogni intervento può fare la differenza tra la vita e la morte»