Agire insieme nel valore della solidarietà
In occasione della Giornata mondiale del volontariato, abbiamo raccolto la testimonianza di Serena, volontaria impegnata nel Gruppo Cuamm Padova.

Un’operosità e un’idealità che animano il Cuamm in ogni sua dimensione, in ogni regione d’Italia, per il bene di tutti, ma soprattutto per i più fragili, sostenendo il lavoro dei tanti operatori e professionisti impegnati sul campo. Sono 35 i gruppi di appoggio costituiti e numerose le realtà che nei modi più vari supportano le iniziative di sensibilizzazione di Medici con l’Africa Cuamm: donne e uomini che, con passione e costanza, organizzano incontri di approfondimento, giornate di mobilitazione, iniziative di raccolta fondi, anche aperti a nuovi fronti di servizio. A rappresentarli tutti, in occasione della Giornata mondiale del volontariato, abbiamo raccolto la testimonianza di una volontaria del Gruppo Cuamm Padova.
«Mi chiamo Serena Giazzi, sono originaria di Asti, ma vivo a Padova da 16 anni. In Piemonte sono stata per lungo tempo volontaria in ospedale, con il trasferimento in Veneto desideravo continuare a dare il mio piccolo contributo nel sociale. Ho scoperto il Cuamm, leggendo su Internet la notizia dell’inaugurazione dell’infopoint, in via San Francesco. Era l’autunno del 2018 quando ho pensato: “Appena vado in pensione divento volontaria con l’Africa!”. E così è accaduto. Nel 2019 ho partecipato all’Annual Meeting a Firenze ed è iniziata l’avventura. Oggi dedico parte del mio tempo all’infopoint, all’organizzazione di eventi sul territorio provinciale con il Gruppo Cuamm Padova e all’attività di volontariato allo Sportello Immigrazione di piazza Zanellato, grazie ad un accordo tra Cuamm e Questura.
Anche durante la pandemia l’impegno del Gruppo d’appoggio è proseguito. Ci siamo dati da fare con la campagna delle uova di Pasqua e delle colombe, da confezionare con i tessuti africani. Un’occasione per stare insieme in un momento difficile. Quando è nato l’hub vaccinale di Rubano, abbiamo offerto supporto, diventando una grande famiglia composta da ben 100 volontari tra sanitari e non! Dopo il Covid-19, purtroppo, la guerra in Ucraina. Allora, ho avuto piacere a fare servizio di volontariato allo Sportello Immigrazione. Qui sono a contatto con tante culture e realtà: dagli studenti che arrivano in Italia per formarsi ai rifugiati ucraini. Provo a mettermi nei loro panni: se mi trovassi in un Paese straniero in quelle condizioni, vorrei non essere soltanto un numero. Per questo, accogliamo e informiamo gli utenti sempre con gentilezza e con un sorriso!».