Medici con l'Africa Cuamm

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Un punto di arrivo che è già ripartenza

Si è svolto oggi ad Addis Abeba, in Etiopia, l’evento conclusivo del progetto “Migliorare la qualità della cura e della prevenzione del diabete mellito e dell’ipertensione”, finanziato dalla World Diabetes Foundation (WDF) e realizzato da Medici con l’Africa Cuamm.

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    Si è svolto oggi ad Addis Abeba l’evento conclusivo del progetto “Migliorare la qualità della cura e della prevenzione del diabete mellito e dell’ipertensione”, finanziato dalla World Diabetes Foundation (WDF), e realizzato da Medici con l’Africa Cuamm in collaborazione con il Ministero della salute e l’Ethiopian Diabetes Association (EDA), l’Associazione etiope per il diabete.

    Un’occasione preziosa per condividere i risultati di oltre tre anni di intervento che ha promosso attività di prevenzione e cura, a tutti i livelli, delle Non Communicable Diseases (NCDs), le malattie croniche non trasmissibili, e per presentare le strategie regionali e nazionali in ambito di NCDs. 14.455 sono state le persone testate per diabete e 17.098 per ipertensione; 22.470 i pazienti trattati nelle strutture sanitarie supportate dal progetto e 392.355 le persone raggiunte attraverso attività di sensibilizzazione. E ancora: 505 gli operatori sanitari formati sulle NCDs, e 105 le supervisioni effettuate nelle strutture sanitarie.

    “È stato un intervento di successo grazie alla preziosa collaborazione di tutti i partner. WDF e Cuamm agiscono con la stessa filosofia, per lo stesso obiettivo: accompagnare i Paesi nel rafforzamento delle strategie nazionali in ambito NCDs, supportando i Ministeri della salute, le autorità sanitarie locali, e gli ospedali”, ha affermato Bent Lautrup-Nielsen, Direttore del Global Development and Advocacy Department di WDF.

    Si stima che le NCDs – malattie cardiovascolari, tumori, patologie respiratorie croniche e diabete –rappresentino il 46% di tutti i decessi in Etiopia. Gli ultimi dati della WHO mostrano come quasi un cittadino etiope su cinque (18,3%) corra il rischio di morire prima dei 70 anni per una delle quattro principali NCDs. In particolare, in Etiopia ci sono oltre 1,7 milioni di persone con diabete, rendendolo uno dei quattro Paesi in Africa con il maggior numero di pazienti con diabete mellito.
    Il progetto perciò si è posto l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi di cura e prevenzione in 15 ospedali e 45 centri di salute nelle regioni di Oromia, Amhara, SNNP, Tigray e Gambella, e nella città di Addis. È stato fornito supporto tecnico al Ministero della Salute per favorire l’espansione dei servizi di NCDs nelle Primary Health Care Units, le unità di assistenza sanitaria di base. Inoltre, sono state promosse attività di informazione e sensibilizzazione per aumentare la consapevolezza delle comunità rispetto alle NCDs.

    “C’è una migliore consapevolezza della comunità sulla prevenzione e il trattamento del diabete e dell’ipertensione grazie alle campagne di mobilitazione comunitaria promosse dal progetto – racconta Addisu Worku, coordinatore per il Cuamm del team sulla prevenzione e il controllo delle NCDs -. Anche le competenze e la motivazione degli operatori sanitari sono migliorate grazie ai corsi di formazione tenuti in questi anni. Inoltre, i centri di salute ora possono fornire servizi di screening e trattamento per le NCDs, a differenza di quanto accadeva prima quando le persone dovevano percorrere lunghissime distanze per raggiungere gli ospedali”.

    “Ci sono stati evidenti miglioramenti nell’accesso ai servizi per NCDs, ma anche nella raccolta, registrazione e gestione di dati di qualità – ha aggiunto Tsehay Ayele, coordinatrice per le NCDs del dipartimento di salute della regione SNNP. Tutto questo è stato reso possibile dall’importanza data alle attività di allenamento e crescita delle competenze degli operatori sanitari”.

    “Negli ultimi anni il Cuamm ha realizzato progetti sulle NCDs in diversi Paesi: Angola, Mozambico, Sierra Leone, Tanzania ed Etiopia – racconta Laura Nollino, endocrinologa e consulente tecnico sulle NCDs per Cuamm -. Ha così sviluppato un ampio programma di interventi sulle NCDs, anche grazie al supporto tra gli altri, di WDF, privilegiando un approccio integrato che mira a rafforzare il controllo del diabete, la prevenzione più accurata, la diagnosi precoce e la gestione complessiva della malattia, promuovendo anche un coinvolgimento attivo della comunità. Infine, la formazione degli operatori sanitari si conferma come il punto chiave per il Cuamm, dai centri di salute agli ospedali centrali. Come abbiamo imparato dall’esperienza sul campo, è meglio iniziare lentamente con piccole iniziative ed espandersi poi a programmi su scala nazionale. Nessun paziente dovrebbe essere lasciato indietro“.

    Un impegno che continua e si consolida anche con il nuovo progetto in avvio sul diabete di tipo 1. Non solo un punto di arrivo quindi, ma una nuova partenza per migliorare la prevenzione e la cura, promuovendo un cambiamento di approccio alle NCDs.

     

    Foto di Andrea Frazzetta