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“ET VOILÀ È L’ESPRESSIONE DI QUESTI GIORNI”

La testimonianza della dott.ssa Marcella Schiavone durante la valutazione di alcune strutture sanitarie in Costa d’Avorio, specializzate in assistenza alla maternità, malnutrizione, fisioterapia e trattamento dell’HIV e della malaria.

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    Et Voilà è l’espressione che più spesso ho sentito dire in questi dieci giorni di missione in Costa D’Avorio al termine di qualcosa, dando a quello che si era appena concluso di fare un tocco di magia, come se tutto fosse stato fatto con grande facilità, quasi con naturalezza, anche se non sempre era così.

    Et voilà a conclusione di una lunga e talvolta complessa conversazione, spesso in due lingue diverse. Bastava quella semplice espressione finale per dimenticarsi dello sforzo appena fatto da entrambi le parti per comprendersi.

    Et Voilà al termine di un esercizio di riabilitazione, spesso doloroso e impegnativo, per un bambino nato con i piedi torti e sottoposto a intervento chirurgico di correzione.

    Et Voilà appena si finiva di portare in tavola tutte le specialità che le suore avevano con tanta accortezza preparato da giorni prima, in previsione del nostro tanto atteso arrivo.

    Et Voilà al termine del giro esplorativo in ciascuno dei sei centri di salute visitati nelle diverse aree rurali e urbane del paese.

    Siamo stati accolti con grande entusiasmo dalle suore, di congregazioni diverse, che hanno invitato il CUAMM a visitare i centri di salute da loro gestiti. Lavorano in maniera umile e costante per il prossimo, a prezzi di visita il più delle volte accessibili anche ai più poveri e quello che cercano di fare è un lavoro di squadra, in cui più centri si muovono in un’unica direzione: assicurare l’acceso alla salute anche ai più vulnerabili.

    Abbiamo visitato sei centri di salute di varia natura, alcuni più concentrati sulla maternità, altri sulla malnutrizione o sulla diagnosi e trattamento dell’HIV, alcuni focalizzati sulla fisioterapia di bambini e adulti con disabilità, tutti però pronti a trattare la patologia più diffusa nel Paese e spesso anche più letale, la malaria. I centri spesso sono molto distanti tra di loro e in 10 giorni abbiamo macinato quasi ben 1400 Km. Kilometri affrontati il più delle volte in macchina e talvolta, lì dove subentravano imprevisti, anche in autobus.

    Sono stati giorni intensi, pieni di lavoro e pieni di sfide ma alla fine quell’espressione tanto sentita e che ha sempre portato una sensazione di sana leggerezza, è diventata anche nostra. Ed è proprio con un et voilà accompagnato a un sincero e grato sorriso che ci siamo salutati in aeroporto sulla via del ritorno, spazzando via il ricordo degli interminabili viaggi e della fatica, del caldo, della polvere e delle zanzare, portandoci invece dietro tanto buonumore, carica e fiducia.

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