Tigray rinnovata la terapia intensiva neonatale di Shire
Una neonatologia completamente rinnovata negli spazi e nelle attrezzature, per offrire cure sicure e di qualità ai più piccoli in una regione, il Tigray, duramente colpita da anni di conflitto.
È stata inaugurata la scorsa settimana presso l’ospedale Suhul di Shire, alla presenza di rappresentanti del Tigray Regional Health Bureau (RHB), delle agenzie delle Nazioni Unite, delle autorità locali e cittadine, di altre organizzazioni partner e del team dell’ospedale.
Oggi il Suhul Hospital ha un volto nuovo: un reparto di neonatologia moderno e funzionale, dotato di strumenti essenziali per garantire assistenza ai neonati prematuri e in condizioni critiche. Gli spazi rinnovati permettono ora di lavorare in un ambiente più sicuro, pulito ed efficiente anche per medici e infermieri.
«Sono molto felice di essere qui oggi per questa inaugurazione», ha detto Ermias Guash, Direttore Generale dell’Ospedale Suhul. «Lo spazio che oggi ci viene consegnato ci riempie di gioia e ci ricorda la responsabilità che abbiamo nel prenderci cura dei nostri pazienti. Da oggi, con questi nuovi strumenti, potremo farlo nel modo migliore».
Questo importante risultato è stato possibile grazie alla collaborazione con il Tigray Health Bureau e le autorità sanitarie locali, e al sostegno finanziario della Cooperazione Italiana. Un intervento che contribuisce al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, in particolare al miglioramento della salute materno-infantile, che l’Etiopia sta perseguendo attraverso il rafforzamento e la diffusione dei servizi anche nei territori più periferici.
«Da anni il Cuamm si impegna a fornire supporto al sistema sanitario etiope e oggi, con il progetto Strengthening Neonatology in Ethiopia lo fa qui nella regione settentrionale del Tigray, a Shire e nelle aree circostanti. – ha detto Riccardo Lazzaro, Coordinatore Medico Cuamm. Attraverso un supporto finanziario di 29 milioni di birr, abbiamo contribuito in modo concreto al potenziamento dei servizi di terapia intensiva neonatale».
La sfida resta tuttavia enorme. Durante i due anni di conflitto, cessato solo nel novembre 2022, gran parte delle strutture sanitarie del Tigray sono state saccheggiate, vandalizzate o distrutte, con una grave carenza di personale e servizi.
La città di Shire, nella zona nord-occidentale, è stata tra le più colpite: oggi dei tre ospedali primari presenti, solo uno è pienamente funzionante. Anche per questo, l’ospedale generale di Suhul rappresenta un punto di riferimento essenziale per oltre due milioni di persone, in un’area che ospita anche circa 400.000 famiglie sfollate interne (dati IOM, giugno 2023).
«L’Ospedale di Suhul è il secondo più grande della regione sia per numero di servizi che di personale. Il traguardo che oggi festeggiamo deve essere un invito a continuare a fare il possibile per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria», ha dichiarato il Dott. Simon Gebretsadik, Vice Direttore del Tigray Regional Health Bureau, sottolineando il valore delle collaborazioni e il bisogno di rinnovarle nel tempo.
Tra i servizi più richiesti ci sono proprio quelli materno-infantili: ogni giorno si registrano in media 17-20 parti, di cui circa 3 cesarei. Garantire cure adeguate significa quindi salvare vite e ridurre la mortalità neonatale. Con la ristrutturazione della neonatologia, l’ospedale può ora assistere bambini nati dopo le 32 settimane di gestazione e con peso superiore a 1.500 grammi, in linea con le direttive del Ministero della Salute.
«Grazie a questo intervento l’ospedale ha migliorato le procedure, aumentato l’accessibilità ai servizi e oggi è in grado di offrire cure moderne e di qualità» ha affermato il dottor Tewelede GebreSelasie, Direttore dell’ospedale Suhul.
Durante la cerimonia, anche il sindaco di Shire ha espresso gratitudine verso la società civile, il personale sanitario e tutti coloro che, nonostante le difficoltà, hanno continuato a garantire assistenza.
La cerimonia si è conclusa con la consegna, da parte dell’ospedale, di attestati di riconoscimento allo staff Cuamm, ad Aics e all’Ambasciata d’Italia in Etiopia prima di proseguire con una visita al laboratorio biomedico sostenuto dal progetto e ai lavori di ristrutturazione in corso nell’ospedale.
«La cooperazione italiana è in oggi in prima linea nel rafforzamento dell’ospedale di Suhul e delle strutture sanitarie circostanti. – ha detto Laura Miglierina, Aics. Voglio ringraziare tutti i partner e Cuamm per lo splendido lavoro di ristrutturazione compiuto. Insieme, continuiamo a lavorare per il miglioramento delle cure neonatali dell’ospedale».
La ristrutturazione della neonatologia rappresenta infatti la prima grande riqualificazione dell’ospedale nell’ambito del programma di rafforzamento del sistema sanitario in corso: un primo, fondamentale passo per migliorare le infrastrutture sanitarie della regione, rafforzare i servizi di salute materna e infantile e offrire cure dignitose e accessibili a tutta la popolazione.