Niccolò Fabi e Daniele Silvestri cantautori
L’intervista a Niccolò Fabi e Daniele Silvestri all’Annual Meeting 2020.

Ora vorrei lanciare le immagini di un altro viaggio, un viaggio che è avvenuto in un posto diverso, in un paese anche un po’ complicato ed è il Sud Sudan nel 2013. Ora presentiamo i due artisti e amici del CUAMM, Niccolò Fabi e Daniele Silvestri. Nel video era rappresentato il viaggio che fecero Nicolò, Daniele e Max Gazzè.
Daniele: “Non mi sono pentito assolutamente. Dobbiamo tanto a quel viaggio. È stata un’esperienza indimenticabile e formativa malgrado fossimo già anzianotti all’epoca, però ci ha cambiato la vita da tanti punti di vista, come i racconti di chiunque abbia fatto esperienza del genere magari anche più serie delle nostre, quindi da sanitario o da studenti che testimoniano esperienze che formano, che cambiano la prospettiva, il modo in cui si guarda al mondo, non solo l’Africa, ma anche come guardiamo noi stessi”.
Alla fine è nata una canzone, di cui abbiamo ascoltato una parte nel video, “Life is sweet” che ha in qualche modo concretizzato questa esperienza, giusto?
Daniele: “Dice bene. La persona che ci ha ispirato e che è artefice di questa canzone è un signore che in un momento di enorme difficoltà, come si vede nel video, sorride e dice appunto la frase, rimasta stampata nel cervello, “Life is sweet”. Ci ha colpito talmente tanto che era inevitabile la creazione di una musica e credo sia stata un’intuizione, in realtà, di Niccolò, che quella frase potesse essere rappresentativa, così mi ricordo non so se sbaglio.
Niccolò: “È stato un momento talmente emozionante da 1000 punti di vista, che la sensibilità era ai massimi livelli, quindi ogni esperienza diventava proprio qualcosa che ti si agganciava dentro. Per chi ha la predisposizione poi a trasformarlo in musica, in canzone, è stato abbastanza naturale”.
Bisogna proprio dire che l’amicizia di Nicolò con il CUAMM ha inizio 10 anni fa, quindi sono 10 anni che in qualche modo c’è questa familiarità, è giusto definirla così?
Niccolò: “Sì, quando mi hanno parlato di questa possibilità un po’ strana, di poter festeggiare il loro settantesimo compleanno, veramente lo dicevo ieri ad alcuni amici, ho proprio la sensazione di essere a casa di un amico importante della propria vita. Ne ho avuto una piccola conferma un episodio apparentemente subito l’altro giorno quando stavo leggendo questo libro di Mario Calabresi, che peraltro è un altro amico e narratore dei gesti del CUAMM, il libro si chiama “La mattina dopo” e racconta di tante mattine dopo il risveglio in una nuova vita di tante persone. Io non sapevo quali erano le storie che avrebbe raccontato e una delle quali era quello proprio di Damiano Cantone, il medico che ha avuto un incidente aereo dal quale poi è sopravvissuto proprio nel tragitto Giuba – Idol. Se non sbaglio, lo stesso che noi abbiamo fatto poi in macchina, lui lo fece in aereo. L’aereo si schiantò, morirono un sacco di persone, lui sopravvisse grazie all’intervento di alcuni ragazzi sudanesi che lo trassero in salvo. Quando inaspettatamente tra quelle pagine è comparso il numero del CUAMM, Don Dante, quel percorso, quelle immagini, ho avuto la sensazione si parlasse anche di me, si parlasse della mia vita, si parlasse di qualcosa che ormai è parte integrante della mia esistenza e mi ha mi ha sorpreso l’intensità di questo legame”.