Lavorare per Medici con l’Africa Cuamm in Angola
Joaquim António Tomás lavora con Medici con l’Africa Cuamm in Angola da molti anni. Gli abbiamo chiesto di raccontarci la storia del “percorso meraviglioso” che ha fatto con noi.
Sono nato a Benguela, nel centro-sud dell’Angola nel 1976 e ho vissuto lì fino a 16 anni. A causa della guerra quel periodo è stato molto duro, avevamo grosse difficoltà nel trovare cibo e vestiti, ma la cosa peggiore di tutte è stata il non poter studiare perché la scuola era stata distrutta dalle bombe. Dopo aver visto morire amici e familiari, ho deciso di andare alla ricerca di condizioni di vita migliori. Ho lasciato la mia famiglia per andare dal fratello di mia madre, all’epoca era soldato a Luanda, e ancora oggi vivo qui.
Ho conosciuto il Cuamm 18 anni fa grazie al marito di mia sorella, all’epoca lui faceva l’autista e si occupava di logistica per l’organizzazione. È stato lui che mi ha presentato il responsabile. Era il 1999. A quel tempo lavoravo già nel no profit, facevo il magazziniere per un’organizzazione che si occupa di sanità e agricoltura, ma al termine del contratto con loro sono rimasto senza lavoro.
Fortunatamente il colloquio che ho fatto per Medici con l’Africa è andato a buon fine e poco dopo ho iniziato a lavorare come assistente a supporto della logistica. Ma la cosa più bella di questo lavoro è che con il Cuamm ho fatto un percorso meraviglioso, molto soddisfacente e stimolante: dal 2000 ho avuto l’opportunità di diventare assistente alla logistica, nel 2006 sono passato al ruolo di coordinatore logistico e tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005 ho avuto anche la possibilità di fare una formazione a Padova nell’area della logistica e dell’amministrazione e di imparare l’italiano. A volte ho avuto delle difficoltà nel capire la filosofia di lavoro dei singoli coordinatori amministrativi e rappresentanti paese con cui ho lavorato. Non è stato sempre facile accettare le diverse modalità di lavoro e ci sono stati momenti in cui volevo quasi mollare. Per fortuna siamo una squadra e ho potuto contare sul sostegno di alcuni colleghi per superare le mie difficoltà.
In generale, posso dire che il Cuamm mi ha offerto la possibilità di entrare nel dettaglio dei progetti, partecipando alle riunioni tecniche per la supervisione e la pianificazione. Nel 2016 ho anche ricevuto un altro incarico entusiasmante: ho iniziato a seguire alcuni aspetti del lavoro svolto dal Country Manager, lavorando più a contatto con le istituzioni nazionali e i donatori internazionali.
Nel 2017 sono diventato focal point nel paese e sia i colleghi dall’Italia che quelli qui sul campo si relazionano con me per la gestione dei progetti sul territorio. Oggi il mio lavoro mi sembra molto più riconosciuto non solo dal Cuamm ma anche da altre istituzioni con le quali abbiamo rapporti e, anche grazie all’opportunità offerta e alla fiducia che il Cuamm ha riposto in me, occupo una posizione mai ricoperta sinora da nessun lavoratore locale.
Dopo molti anni di lavoro, penso che il mio contributo al lavoro che il Cuamm sta svolgendo in Angola debba restare invariato. Come ho sempre fatto, voglio servire al meglio e appoggiare il piano strategico del Cuamm e raggiungere gli obiettivi attesi in ambito sociale, supportando il Cuamm nell’ottenere sostegno finanziario a favore dei bambini malnutriti, della riduzione del numero di morti femminili per parto e dell’abbassamento del tasso dei casi di tubercolosi e HIV.
Prima di chiudere, chiediamo a Quim (come lo chiamiamo tra colleghi) di raccontarci cosa ricorda della storia del Cuamm nel paese.
Il coordinamento del Cuamm a Luanda, nel periodo della guerra, è stato più complesso e sfidante, tanto per me quanto per il team in generale, perché dovevamo fare dei viaggi sulle strade dell’interno per distribuire medicinali e combustibile e anche trasportare medici e infermieri dall’Italia: correvamo tanti pericoli ma, proprio perché condividevamo gli stessi obiettivi, è stato facile superare questa fase. Del resto avevamo un team di giovani disposti a rischiare la propria vita per aiutare un fratello angolano: da quel momento Medici con l’Africa Cuamm è cresciuto di anno in anno grazie alla maggiore facilità degli spostamenti e perché si è rafforzata la presenza del team dall’Italia che ha trasmesso le sue conoscenze al team locale, ottenendo una collaborazione professionale armoniosa e molto efficace.
Joaquim António Tomás – focal point per Medici con l’Africa Cuamm in Angola