Medici con l'Africa Cuamm

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Una storia di bene fatto con gratuità

Settant’anni di vita spesa, di impegno a fianco dei più poveri in Africa, di lotte e sfide vinte e anche perse. Nel 2020 al riguardo ci saranno iniziative, dibattiti e approfondimenti, a Padova e non solo.

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    Carissimi,

    3 dicembre 1950, giorno di nascita del Cuamm.

    Settant’anni di vita spesa, di impegno a fianco dei più poveri in Africa, di lotte e sfide vinte e anche perse. Nel 2020 al riguardo ci saranno iniziative, dibattiti e approfondimenti, a Padova e non solo. E proprio quest’anno la nostra città è “Capitale europea del volontariato” con le 6.466 associazioni non profit che la caratterizzano e un fitto calendario di eventi. È doveroso raccontare questa storia di bene fatto con gratuità ed è giusto comprendere le radici di tanta generosità per ritrovare la forza delle origini e rinnovare la spinta ispiratrice che ci ha condotti fino a qui. Ma sarebbe poca cosa se tutto questo si esaurisse in convegni o celebrazioni. Il “volontariato” da sempre ha il suo “cuore” nello sporcarsi le mani, recupera la sua anima più profonda quando è servizio, intelligente e appassionato, ai più poveri.

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    Ospedale di Pujehun in Sierra Leone, da dove sono appena rientrato.
    Un fagottino depositato sul pavimento, tra un lavandino e due cestini di plastica, nella stanza “emergenze”. Ibrahim, un bambino di tre anni colpito da malaria cerebrale grave non ce l’ha fatta. Nonostante gli sforzi e le energie profuse non c’è stato niente da fare! Sono ancora tanti i bambini che nel continente africano muoiono per malattie curabili facilmente. Mi avvicino alla mamma, ogni parola mi sembra inutile. Mi stringo nel suo dolore. Quel “fagottino” ti entra dentro come una lacerazione che fa male e ti spinge a fare ancora di più, con determinazione.

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    Nel frattempo, a pochi metri da lì, in sala parto una mamma a rischio partorisce due splendidi gemelli di 2,7 chili ciascuno. Sono tutti fuori pericolo. Vita e morte, separati da un filo sottilissimo. Ecco allora che il volontariato nasce e si nutre del “tormento” interiore di fronte ai drammi che colpiscono soprattutto i più deboli e vulnerabili, sostenuto dalla fiducia che esserci può fare la differenza.

    Celebrare allora significa impegno concreto, vita spesa, gratuità e fatica.

    D. Dante