Perché spendere un sabato mattina a Firenze con l’Africa?
Carissimi, vi aspetto tutti all’ Annual Meeting del Cuamm, il 9 novembre a Firenze. Grazie di cuore.
Carissimi,
perché spendere un sabato mattina a Firenze con l’Africa? Nel rispondere parto da una storia apparentemente lontana. Come in tanti avrete letto, lo scorso 11 ottobre il Comitato norvegese per il Nobel ha annunciato il conferimento del Premio Nobel per la Pace al premier etiope Abiy Ahmed. Per noi che lavoriamo in Africa e “con l’Africa” da tanti anni, la notizia è stata insieme di gioia e incoraggiamento. Pur in mezzo alle fatiche e al tanto che resta da fare, il premier Abiy è indubbiamente l’espressione di un’Africa che cammina a testa alta e che si impegna con determinazione a costruire un cambiamento. 43 anni, primo leader oromo, gruppo etnico maggioritario per anni ai margini del potere, Abiy ha liberato i prigionieri politici, legalizzato i partiti di opposizione nonché innescato la riappacificazione con la vicina Eritrea. È questa l’Africa di cui andiamo orgogliosi e che portiamo con ostinazione sulle nostre maglie, oltre che nel nostro cuore. E sono tanti i “premi Nobel africani” nascosti, silenziosi e operosi che incontriamo ogni giorno nel nostro lavoro a fianco dei più poveri nei tanti luoghi in cui siamo presenti: con ostinata dedizione tessono tenacemente la tela di un futuro più degno. Alcuni di loro saranno ospiti al nostro Annual Meeting a Firenze. Assieme alla pediatra Nazira Karimo, prima donna ministro della salute del Mozambico, penso a Daniel Lourenco, il capo logista del Cuamm a Beira, il primo a tirarsi su le maniche e a reagire subito dopo il disastro provocato dal ciclone che aveva distrutto la città. “Dobbiamo reagire, subito” le sue parole: chiama a raccolta altri giovani mozambicani, quasi 300, e dopo una breve formazione, si sparpagliano nei bairos della periferia distribuendo acqua, cibo, clorina e informazioni su come difendersi dal colera incombente. Molte morti sono state evitate grazie a questi attivisti di comunità. L’Africa non è una piaga dell’umanità che abbiamo la sfortuna di avere vicino a casa! Oggi più che mai sentiamo il dovere di mobilitarci per dare un segnale forte al nostro paese e all’Europa che non crede più all’Africa e al suo futuro! È per questo che ti aspetto a Firenze il 9 novembre, al Teatro Verdi ore 11.
Un abbraccio.
D. Dante