Medici con l'Africa Cuamm

la salute è un diritto,
battersi per il suo rispetto
è un dovere
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Promuovere la salute a partire dal luogo di lavoro

Medici con l’Africa Cuamm realizza un progetto di salute urbana in una fabbrica tessile di Dar es Salaam. Un investimento per il benessere dell’intera collettività.

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    Vivere sostenibilmente in una grande città, ormai, può sembrare un ossimoro. Se le opportunità di lavoro sono maggiori rispetto alla campagna, il sovraffollamento delle aree urbane ha un impatto significativo sulla salute. Secondo le stime della Banca Mondiale, oggi il 55 per cento della popolazione globale abita in città, ma entro il 2050 raggiungerà il 68 per cento. Numeri che preoccupano, se non si affrontano ora le sfide dell’urbanizzazione, favorendo un migliore accesso ai servizi sanitari, soprattutto in Paesi con poche risorse.

    Dar es Salaam, capitale amministrativa della Tanzania, è una delle città a più rapida crescita dell’Africa subsahariana. Presto potrebbe diventare una megalopoli con 10 milioni di persone. Qui, dallo scorso giugno, Medici con l’Africa Cuamm ha sviluppato un progetto di salute urbana in una fabbrica tessile che produce 8 milioni di jeans all’anno, la Tanzania Tooku Garments, allo scopo di sensibilizzare i suoi 4.000 dipendenti sull’importanza di prendersi cura della propria salute, attraverso visite periodiche, alimentazione corretta, buone pratiche di igiene etc.

    Nelle aree rurali del Paese, l’aspettativa di vita è aumentata di 13 anni, a fronte di una crescita di 3 anni nelle aree urbane. La popolazione che vive nelle città, inoltre, ha una mortalità sotto i 5 anni e una mortalità materna più elevate rispetto alle comunità delle aree rurali.

    Dalla campagna alla città

    Il Cuamm opera, quasi sempre, in aree rurali, generalmente più bisognose di aiuto, ma l’esigenza di un programma da attivare in una grande città nasce dal fatto che qui gli stili di vita meno salutari sono più diffusi rispetto alla “campagna”: il cibo “spazzatura” è a portata di mano e le persone conducono, spesso, una vita sedentaria.

    La promozione in una fabbrica di un percorso di formazione sulla salute permette, inoltre, di sensibilizzare un elevato numero di persone contemporaneamente. Il Cuamm ha accolto con interesse la proposta di collaborazione con Tooku Garments anche perché si tratta di un contesto in cui il 75% dei lavoratori sono donne e l’80% ha un’età tra i 20 e i 30 anni. Si tratta di tante future mamme e giovani mamme che, un domani, potranno trasmettere ai propri figli il valore della prevenzione.

    «Per condurre correttamente programmi di benessere per i lavoratori – spiega Franziska Jautz, responsabile delle Risorse umane di Tooku – abbiamo scelto, tra le tante organizzazioni e dopo una ricerca approfondita, Medici con l’Africa Cuamm, perché oltre ad avere professionisti competenti, ha a cuore la salute materno-infantile. La filosofia del Cuamm risponde perfettamente alle esigenze di Tooku. Penso sia una nuova sfida anche per il Cuamm, che non aveva mai operato in un contesto simile».

    Non è tutto. L’uso di politiche efficaci sul luogo di lavoro è un investimento in salute pubblica: può avere un impatto positivo sui datori di lavoro, sui dipendenti, ma anche sulla salute della collettività. I primi beneficiano di una riduzione dei costi diretti, mentre i lavoratori riducono i rischi per la salute e migliorano la loro qualità di vita.

    «È aumentata anche la fiducia tra dipendente e datore di lavoro e le persone si sentono più libere di fare domande, si rivolgono più spesso al personale infermieristico, chiedono consigli apertamente su problemi di salute che, in passato, avevano paura di condividere», conclude Franziska.

    Il progetto del Cuamm

    «Siamo stati chiamati dalla Tooku che aveva iniziato ad offrire piccoli training su alcuni aspetti della sicurezza sul lavoro – spiega Barbara Andreuzzi, capoprogetto Cuamm – ma aveva necessità di potenziare l’educazione alla salute per operai e infermieri. Sì, perché l’azienda è così grande da avere cinque infermieri fra il personale (quattro donne e un uomo che fa il turno di notte) operativi a tempo pieno per il primo soccorso. Così, abbiamo pensato ad un programma ben strutturato, che mira a formare gli infermieri che, una volta ottenuta la certificazione, formano gli operai.

    Abbiamo somministrato, prima di iniziare, un questionario digitale per capire lo stato di partenza, sondando un po’ le conoscenze e le abitudini degli operai. Non è stato semplice questo primo passaggio, sia per lo scarso interesse, sia per la povera digitalizzazione dei lavoratori. Così, ci siamo muniti di tablet e, con il supporto del dipartimento Risorse umane della fabbrica, alla fine, abbiamo raccolto un buon numero di survey, 1000!

    Ora siamo al gradino successivo. Abbiamo prodotto il materiale per il training da consegnare alle infermiere. Si tratta di poster in lingua swahili con argomenti chiave: salute riproduttiva, salute materno-infantile, malattie infettive, cura della persona e alimentazione bilanciata, nutrizione e stili di vita sostenibili.

    È stata realizzata anche una guida per le infermiere per approfondire gli argomenti sintetizzati sui poster, oltre ad un training di una settimana che hanno ricevuto. Poi, le operatrici sanitarie hanno iniziato a fare lezione agli operai: ogni giorno, 20 minuti prima di pranzo per trattare un argomento a 30 dipendenti. Scopo del progetto è favorire buone pratiche legate alla salute. Faremo in modo che le infermiere siano in grado di trasmettere i messaggi chiave su comportamenti salutari. Alla fine, somministreremo un nuovo questionario per capire se i messaggi sono stati recepiti dai lavoratori».

    «La formazione che ho ricevuto dal Cuamm mi ha davvero aiutato a migliorare la mia conoscenza sulla salute, ora so come ci si protegge, oltre che come prevenire determinate malattie – aggiunge Elionora, infermiera che lavora da un anno nella fabbrica -. Grazie al corso, posso formare i colleghi affinché sensibilizzino a loro volta coloro che non sanno nulla di salute e anche coloro che vogliano accrescere le loro conoscenze».

    Prima della conclusione del progetto, il Cuamm e il team di responsabilità sociale dell’impresa Tooku potrebbero esplorare una possibile evoluzione del progetto pilota per coinvolgere anche persone esterne appartenenti alla rete familiare dei dipendenti, utilizzando così la fabbrica come una sorta di hub per coinvolgere la comunità e promuovere la salute anche al di fuori del luogo di lavoro.