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SUDAN IMPLORIAMO LA TREGUA

A diciotto giorni dall’inizio degli scontri, ogni tregua, fino ad ora, è purtroppo fallita e i combattimenti tra l’esercito e i paramilitari continuano ad imperversare nella capitale Khartoum e in molte zone del paese.

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    Seguiamo con apprensione l’evoluzione della crisi in Sudan. A diciotto giorni dall’inizio degli scontri, ogni tregua, fino ad ora, è purtroppo fallita e i combattimenti tra l’esercito e i paramilitari continuano ad imperversare nella capitale Khartoum e in molte zone del paese. Confidiamo che l’ennesima tregua annunciata a partire da domani 4 maggio possa finalmente reggere. Nel frattempo i numeri sono drammatici: 500 morti in due settimane (ma il bilancio effettivo delle vittime è impossibile da calcolare), già più di 100.00 i rifugiati nei paesi confinanti e un flusso stimato di 800.000 persone in fuga, di cui 270.000 verso Sud Sudan e Ciad.
    Vicini ai nostri fratelli sudanesi, imploriamo che ogni sforzo venga messo in campo per arrivare il prima possibile alla risoluzione del conflitto. Allo stesso modo guardiamo con estrema preoccupazione ai suoi effetti sui paesi confinanti già estremamente fragili, come Sud Sudan, Repubblica Centrafricana ed Etiopia, dove siamo pronti a rafforzare la nostra presenza per dare risposte a chi fugge abbandonando tutto e a chi accoglie avendo poco o niente.