Senior Medical Officer “Il mio bagaglio di esperienza”
Manca poco al lancio dell’iniziativa dedicata ai professionisti sanitari senior. Il dr. Cesare Mazzaro racconta il percorso personale e professionale che l’ha condotto a Medici con l’Africa Cuamm.
Senior Medical Officer è l’iniziativa rivolta ai professionisti sanitari “senior” che desiderano conoscere le attività di Medici con l’Africa Cuamm in Africa e in Italia, individuando percorsi possibili di disponibilità e servizio.
Il dr. Cesare Mazzaro, medico di Pordenone che ha da poco concluso una felice carriera clinica e didattica, parteciperà il prossimo 8 aprile alla giornata di formazione che darà il via, da Padova, all’iniziativa. Qui racconta il percorso personale e professionale che presto lo porterà a diventare un “Senior Medical Officer”.
di dott. Cesare Mazzaro
Presidente Onorario dell’associazione In Buona Salute
Ogni tanto qualcuno mi chiede: «Perché sei diventato medico?, perché hai studiato medicina?» La mia risposta è sempre la stessa: ho avuto la fortuna di avere una famiglia che mi ha trasmesso alcuni valori importanti della vita e fra questi la solidarietà e l’amore per il prossimo. Fare il medico vuol dire prendermi cura degli altri e soprattutto dedicarmi a coloro che sono ammalati, ma anche studiare e impegnarmi per tenermi aggiornato sui progressi della medicina.
Il mio incontro con il Cuamm
Ho sentito parlare per la prima volta di Medici con l’Africa Cuamm nel 1989, quando frequentavo la specializzazione di Medicina Interna a Padova. Ho conosciuto questa ONG sanitaria che opera a fianco di medici e infermieri locali negli ospedali, nei distretti e nelle Università di paesi africani, ed ho subito pensato che era ispirata a quei valori di umanità e solidarietà in cui io profondamente credo. In quegli anni ero però molto impegnato col mio lavoro in ospedale e con l’attività scientifica a cui ho sempre cercato di dedicarmi, compatibilmente all’attività ospedaliera, e non ho potuto impegnarmi ulteriormente aderendo alle iniziative del Cuamm.
Solo nel 2010, a fine carriera, ho avuto la possibilità di realizzare il mio desiderio di affrontare un’esperienza nuova, che in un certo senso completasse e integrasse la mia esperienza nel campo medico, entrando a contatto con realtà sanitarie così diverse dalla nostra: ho cominciato così a frequentare il CUAMM .
Ho partecipato al primo corso di una settimana presso la sede di via San Francesco a Padova. Da allora sono seguiti numerosi incontri di lavoro con i gruppi d’appoggio, che in Italia, a livello provinciale e regionale, organizzano incontri ed altre attività sociali con scopo divulgativo e di raccolta fondi per i progetti dell’associazione.
Il mio cammino, da Pordenone
Negli ultimi anni ho organizzato a Pordenone, nelle sedi di importanti associazioni locali, incontri divulgativi per far conoscere la missione e l’impegno del Cuamm nei paesi più poveri e bisognosi dell’Africa sub-sahariana.
Credo che, come è successo a me, con l’avanzare dell’età anche numerosi altri “medici senior”, che per molti anni hanno lavorato nelle corsie degli ospedali o nel territorio, possano essere talvolta colti dallo scoraggiamento, pervasi da un sentimento di inutilità nel dover gettare un bagaglio di cultura ed esperienza che si è formato in una intera vita professionale.
Collaborare insieme in una grande ONG sanitaria come il Cuamm è la preziosa opportunità di poter ancora mettere questo bagaglio a disposizione degli altri, pervasi dalla vitalità che deriva dal sentire di appartenere ad una comunità che ha come valori fondanti la fede cristiana e l’amore per il prossimo.
In ricordo di don Luigi
Vorrei concludere ricordando un pensiero di don Luigi Mazzucato:
«Il Cuamm non deve mai perdere il culto dell’amicizia e il senso della famiglia. Se diventassimo la migliore ONG- azienda e non fossimo più comunità, famiglia, come oggi siamo qui, sarebbe la morte del Cuamm nel suo valore intimo più inestimabile. Ma questo non deve avvenire mai, perché questo è il segreto della nostra vitalità».