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L’amore tenace di una mamma

Portare alla luce quattro gemelli in Africa: una storia incredibile da festeggiare.

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    È Luca Brasili, pediatra a Tosamaganga in Tanzania, che ci racconta una delle storie più straordinarie che ha vissuto in questi 18 mesi in Africa. Un messaggio di speranza, per ricordaci che la vita continua, nonostante tutto. Anche ai tempi del coronavirus.

    «Lucy, Luth, Lucas e Luciana sono venuti al mondo il 20 febbraio nel centro di salute periferico con parto spontaneo, con pesi compresi tra 1 e 1,2 kg. Fortunatamente la struttura è supportata dal Cope, una ong italiana “amica” del Cuamm la cui project manager mi ha chiamato subito dopo la nascita per trasferire i quattro gemelli nella nostra neonatologia. Abbiamo accolto la richiesta con grande disponibilità nonostante stessimo gestendo molti neonati prematuri in quei giorni.

    Da quel sabato è iniziata l’avventura durata ben 55 giorni. Basse aspettative, massimo impegno, da parte di tutti. Ci siamo presi cura dei gemelli, non li abbiamo lasciati un attimo da soli, ognuno ha contribuito a un grande lavoro di squadra: medici, infermieri e Pahima, la loro mamma, una donna straordinaria, pacata, fiduciosa, presente, ma soprattutto consapevole.

    La situazione si è complicata quando, un pomeriggio, a cinque giorni dalla nascita dei neonati, Pahima mi ha chiamato in stanza perché aveva cominciato a sanguinare: una delle complicanze più gravi del parto è l’emorragia post partum. Nei peggiori dei casi può provocare la morte o può succedere che bisogna asportare l’utero. Ed è proprio quello che è successo a Phaima.Quel giorno lo sconforto era tanto, la mamma è stata operata d’urgenza e presentava una grave anemia, per cui abbiamo dovuto farle ripetutamente trasfusioni di sangue; questo l’ha portata inevitabilmente a perdere il latte, fondamentale per i suoi piccoli, in particolare per i nati prematuri, dal momento che qui non abbiamo a disposizione latte artificiale. Ma dopo tre giorni dall’intervento, Phaima era di nuovo in piedi, sempre vicina ai suoi figli e si tirava instancabilmente il latte, con l’aiuto di un tiralatte che le avevamo regalato per facilitarle il compito. Alle fine il latte è tornato! La determinazione di questa mamma si rifletteva su tutti noi.

    La più critica dei neonati era Luth, la seconda, arrivata in reparto in gravi condizioni. Ma da una mamma così forte non potevano che nascere neonati altrettanto forti! È così è stato: anche Luth,  dopo due trasfusioni di sangue e tre cicli di antibiotico, oggi sta bene e, fortunatamente, è ancora lì a fare comunella con le altre sorelle che promettono di dare un bel da fare a Lucas, l’unico maschio!

    VESTITI

    Il giorno in cui abbiamo dimesso i gemelli eravamo tutti davvero felici di vederli lasciare l’ospedale in salute con la loro mamma. Desideravo fare una foto dei neonati per ricordare questo momento emozionante, così mi sono avvicinato a Pahima e ho improvvisato in un elementare swahili se potevamo immortalare questo situazione rara che ha avuto un lieto fine, per nulla scontato in Africa. Ma ovviamente non so come si dice rara in swahili per cui mentre provavo a spiegarmi, la mamma mi ha interrotto dicendo: “Tranquillo, fai pure la foto, so benissimo che sono molto fortunata”.

    Anche Pahima sa che abbiamo mosso un primo passo, forse il più grande, ma che la strada per questi quattro meravigliosi bambini è ancora molto lunga e non priva di ostacoli. Continueremo a prenderci cura di loro, seguendoli con visite regolari almeno fino al loro primo anno di vita. Ma oggi vogliamo solo festeggiare questa bella storia».

     

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