Medici con l'Africa Cuamm

la salute è un diritto,
battersi per il suo rispetto
è un dovere
DONA ORA Il tuo aiuto può fare la differenza

HIV IN MOZAMBICO VERSO LA META UNAIDS

Medici con l’Africa Cuamm, in collaborazione con IAS-International AIDS Society, protagonista di una tavola rotonda per dare spazio al confronto e raggiungere l’ambizioso obiettivo di porre fine all’epidemia di HIV/AIDS entro il 2030.

Condividi con i tuoi amici:

    È pubblico il report del primo simposio internazionale dal titolo “Scienza, impegno comunitario e gioventù per una risposta integrata all’Hiv in Mozambico” organizzato da Medici con l’Africa Cuamm in collaborazione con IAS-International Aids Society. Due giorni di confronto, organizzati a settembre 2021, che hanno chiamato intorno allo stesso tavolo (virtuale) rappresentanti di istituzioni, Ong, associazioni locali e società civile; donatori e ricercatori, tutti uniti nel comune impegno di raggiungere uno degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile stabiliti dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite: l’eradicazione di Hiv, tubercolosi e malaria. Un’occasione di incontro per fare il punto sulla meta 95-95-95 di UNAIDS. Un traguardo ambizioso che mira ad assicurare che, entro il 2025, il 95% dei casi mondiali di HIV sia formalmente diagnosticato, il 95% abbia accesso alle cure, il 95% ottenga la soppressione della carica virale.

    Al centro del confronto, l’analisi delle buone pratiche finora adottate a livello nazionale, il riconoscimento delle maggiori criticità e la proposta di strategie future che possano velocizzare il raggiungimento dell’obiettivo. Tra i punti discussi, la ricerca come strumento primario nella pianificazione di interventi; il ruolo di giovani e adolescenti nella costruzione di una rete di supporto; le misure governative introdotte per la prevenzione della trasmissione verticale ed esempi di attivismo e resilienza in situazioni di emergenza. Trasversale, nel corso degli interventi, il tema della stigmatizzazione che rinforza tabù e favorisce la marginalizzazione. Un elemento pericoloso che minaccia la condivisione e l’informazione rendendo difficili le possibili misure di prevenzione e che diventa, specialmente tra i più giovani, fattore di rischio nell’insorgenza di disturbi mentali.

    Sostegno ai giovani deve essere quindi un impegno di tutta la comunità, come ha ribadito Fino Massalambane, direttore sanitario della provincia di Sofala: «Se il nostro obiettivo è lo sviluppo del nostro paese, allora dobbiamo investire nei giovani. È nostro dovere supportare giovani e adolescenti nella prevenzione, nella diagnosi e nel trattamento dell’epidemia di Hiv».

    Da qui, la necessità di integrare interventi di prevenzione, pianificazione familiare, salute sessuale e riproduttiva e salute mentale tanto nelle unità sanitarie quanto all’interno delle comunità coinvolgendo in modo attivo e consapevole non solo giovani e giovani Hiv positivi, ma anche leader comunitari e religiosi, uomini e donne protagonisti della società civile.

    L’incontro, promosso da Medici con l’Africa Cuamm, è stato occasione di crescita e confronto e ha dimostrato la necessità di collaborare su più livelli, coinvolgendo istituzioni e società civile per disegnare insieme la strada verso l’ambizioso ma realizzabile obiettivo di porre fine all’epidemia di Hiv.