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Formazione per emergenze neonatali e stabilizzazione

In Moldavia, 92 operatori sanitari provenienti da 7 strutture di secondo livello sono stati formati per migliorare la qualità dell’assistenza neonatale a livello nazionale.

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    92 partecipanti provenienti da 7 strutture dislocate nelle varie province del paese hanno preso parte a una serie di corsi di formazione sulle emergenze neonatali e sulla stabilizzazione, offerti da Medici con l’Africa Cuamm Uk nell’ambito del progetto R.I.S.E., finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics).

    Le formazioni sono state progettate in collaborazione con l’Associazione Pediatrica Moldava con l’obiettivo finale di promuovere le capacità di rianimazione e stabilizzazione neonatale d’emergenza tra il personale medico locale che opera sia negli ospedali primari che nelle strutture secondarie, rafforzando così il sistema sanitario nazionale.

    La prima fase dell’attività è iniziata con un corso di formazione ai formatori della durata di 5 giorni, tenuto dal Dr. Daniele Trevisanuto – Neonatologo e medico Cuamm e dedicato a 7 professionisti. Tra questi, dottoresse dell’Ospedale Imac e del Ministero della Salute (MoH). Attraverso la creazione di questo team di esperte (tutto la femminile), l’attività ha avuto un effetto a cascata su una rete più ampia di operatori sanitari coinvolgendo poi, in una seconda fase, professionisti provenienti da 7 strutture disseminate in tutto il Paese. In particolare: Soroca, Orhei, Ungheni, Edinets, Hincesti, Cahul e Causeni. Un approccio che ha garantito la sostenibilità dell’intervento.

    «I corsi organizzati hanno un impatto significativo sul lavoro pratico degli operatori sanitari negli ospedali periferici. Il personale in queste strutture ha poche opportunità di fare pratica sulla rianimazione quindi corsi di questo tipo, che includono componenti teoriche e pratiche, possono davvero migliorare le loro capacità» ha dichiarato la Dott.ssa Olga Rotari, Neonatologa dell’Imac e formatric.

    In Moldavia, ci sono 32 ospedali che gestiscono un totale di 27.000 nascite all’anno. Tuttavia, molte di queste strutture hanno un numero ridotto di parti all’anno, inferiore a 500, con conseguente limitata esposizione degli operatori sanitari alle emergenze materne e neonatali. Inoltre, i dati ospedalieri riportano un alto tasso di trasferimenti post-parto dalle strutture periferiche, che non sono dotate di unità di terapia intensiva, alle strutture di terzo livello situate nella capitale. Garantire un’assistenza tempestiva e di qualità dopo il parto è quindi necessario per stabilizzare il neonato.

    Gli ospedali moldavi hanno segnalato un indice di trasporto postnatale fuori scala (3,6% nel 2022). A causa della lunga distanza dalle strutture secondarie all’ospedale principale, è essenziale che il personale a livello periferico sia in grado di eseguire la stabilizzazione prima del trasferimento. Per questo motivo, la seconda fase dell’attività di formazione ha mirato a potenziare i professionisti sanitari che operano negli ospedali di secondo livello. Tra i 92 partecipanti coinvolti, professionisti di diverso tra cui neonatologi, ginecologi, pediatri, ostetriche, infermieri e anestesisti.

    «Il corso è stato un’ottima opportunità perché non solo abbiamo consolidato alcune conoscenze precedenti, ma abbiamo anche appreso nuove informazioni. Sebbene cerchiamo di assimilare il più possibile durante i corsi, non ci troviamo ad affrontare situazioni che richiedono queste competenze nella nostra pratica quotidiana. Tale mancanza di esercizio ci porta a perdere fiducia e capacità che recuperiamo grazie a questi corsi di formazione» ha detto Ana Ciobirca, ostetrica dell’Ospedale Regionale di Hincesti.

    Il tasso di mortalità materna è diminuito significativamente in Moldavia negli ultimi 10 anni, passando da 44 ogni 100.000 nati vivi nel 2010 a 19 nel 2017, mentre il tasso di mortalità infantile per 1.000 nati vivi è diminuito da 26 nel 2010 a 12 nel 2019, grazie all’impegno proattivo del Ministero della Salute e degli operatori sanitari. Tuttavia, questo tasso rimane ancora al di sopra dell’indice dell’Oms per le regioni europee. Sebbene i tassi di mortalità materna e infantile siano diminuiti nel corso degli anni, c’è ancora margine per migliorare l’indice di mortalità e i risultati delle procedure d’emergenza lavorando sulle lacune rimanenti riguardanti il trasferimento e l’assistenza postnatale negli ospedali periferici.

    Dall’inizio del conflitto, il 24 febbraio 2022, circa un milione di rifugiati ha attraversato il confine cercando rifugio in Moldavia, uno dei paesi più fragili d’Europa. Per prevenire il collasso del sistema sanitario nazionale e affrontare le esigenze sanitarie sia della popolazione locale che dei rifugiati, sono stati ritenuti necessari interventi mirati. L’impegno del Cuamm nel paese è iniziato nell’aprile 2022 nella capitale Chişinau. Da allora, e in stretta collaborazione con il Ministero della Salute e l’Oms, l’intervento è stato guidato dal duplice obiettivo di fornire assistenza medica di base all’interno dei Rac e offrire formazione specifica al personale medico locale sulle emergenze neonatali. L’impegno si estende anche all’Ucraina, dove Cuamm è impegnato nella fornitura di medicinali, attrezzature mediche e materiali di consumo alle strutture sanitarie; distribuzione di generi alimentari, beni di prima necessità e attrezzature per combattere il freddo; oltre a fornire supporto psicologico ai più vulnerabili. Il nostro progetto fa parte di un’iniziativa da 46,5 milioni di euro finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che raggiunge oltre 900.000 persone colpite dalla crisi in Ucraina.

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