Donato un respiratore all’ospedale di Schiavonia
Un segno concreto di vicinanza a territori e comunità che stanno soffrendo, senza dimenticare l’Africa. Dopo Schiavonia, anche gli ospedali di Carate-Brianza (Mi), Cremona e Parma riceveranno nei prossimi giorni il supporto del Cuamm.
03 aprile 2020 – Impegnata con tutte le forze a fronteggiare l’epidemia di Coronavirus in Africa, Medici con l’Africa Cuamm, a fronte dell’emergenza che sta colpendo così duramente il nostro paese, ha sentito forte il dovere di fare la propria parte, piccola, limitata, ma di farla, con un gesto concreto e puntuale: la donazione di dispositivi e attrezzature mediche necessarie per combattere il Covid-19. Oggi il primo respiratore è stato consegnato all’Aulss 6 per l’ospedale di Schiavonia, recentemente dichiarato Covid hospital.
«Non è molto quello che possiamo fare – ha dichiarato don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm. Viviamo di carità. Ma quando c’è bisogno, il povero divide la propria pagnotta di pane e la condivide con l’altro. È un segno di vicinanza che ci siamo sentiti in dovere di portare a questi nostri territori che stanno soffrendo e stiamo riuscendo a farlo grazie all’aiuto di tanti. È anche un segno di gratitudine nei confronti dei tanti operatori sanitari che stanno spendendo energie e vita nell’assistere tanti ammalati. Ma non possiamo dimenticare i poveri lontani. È forte il nostro impegno a sostenere i paesi africani nei quali l’epidemia sta costantemente crescendo con un ritmo del 15% in più ogni giorno. Stiamo mettendo in sicurezza i 23 ospedali degli 8 paesi in cui operiamo, con materiali di protezione e unità di isolamento».
Il direttore generale dell’Azienda Aulss 6 Euganea, Domenico Scibetta, ricevendo il dono di Medici con l’Africa Cuamm, così commenta:
«La solidarietà che riceviamo è commovente e devo dire un grazie commosso al Cuamm, a questa organizzazione che compie 70 anni. Grazie agli uomini e alle donne di Medici con l’Africa Cuamm che sanno percorrere fino all’ultimo miglio della solidarietà, che sanno lanciare il dardo della solidarietà lontano ma, in questo caso, anche molto vicino a casa propria, una solidarietà di prossimità. Questo gesto del dono di un respiratore, che è emblematico e simbolico, significa l’impegno del Cuamm fino “all’ultimo respiro”. Questi gesti rafforzano il nostro senso di comunità e ci danno, sempre di più, la spinta per andare avanti. Grazie».
“Un solo respiro, un unico abbraccio” è il messaggio lanciato dal Cuamm per mobilitare amici e sostenitori a dare una mano all’Italia, senza dimenticare l’Africa.
Nel nostro paese, i medici Cuamm sono al loro posto, nel sistema sanitario, in prima linea a fronteggiare questa emergenza, forti dell’esperienza maturata in Africa. Molti anche i medici in pensione che si sono rimessi in gioco per portare aiuto.
In Africa, l’impegno più urgente è quello di mettere in sicurezza i 23 ospedali negli 8 paesi in cui opera Medici con l’Africa Cuamm assicurando:
– dispositivi di protezione individuale per il personale sanitario e gli addetti alle pulizie, oltre che il materiale necessario per la disinfezione degli ambienti;
– equipaggiamenti minimi per la diagnosi e la gestione clinica, come il termometro a infrarossi per misurare la temperatura, il saturimetro per rilevare l’ossigenazione del sangue e il concentratore di ossigeno;
– tende per il triage e unità di isolamento;
– formazione del personale per la gestione di casi Covid-19 e la sensibilizzazione delle comunità per la diffusione di comportamenti corretti da adottare in questo periodo.
I dispositivi e le attrezzature donate da Medici con l’Africa Cuamm agli ospedali italiani sono frutto della generosità di tanti. Grazie alla dott.ssa Francesca Rizzato-Cerino Canova, ai Ferrovieri del Veneto e a quanti, istituzioni, aziende, privati cittadini stanno continuando a sostenere il nostro impegno in Italia e in Africa.
È in gioco il nostro futuro, e questa battaglia si può vincere solo insieme.