Medici con l'Africa Cuamm

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Annual Meeting 2021 Ripartire

Tante le storie e le voci che hanno raccontato il lavoro del Cuamm a 2.500 persone radunate al Gran Teatro Geox.

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    Padova, 13/11/2021 -Si è tenuto oggi a Padova, al Gran teatro Geox, l’Annual Meeting di Medici con l’Africa Cuamm. Un grande evento che ha riunito istituzioni, sostenitori, medici, operatori e amici del Cuamm per festeggiare i 70 anni della Ong padovana (un anno in ritardo a causa del Covid-19), per raccontare l’impegno in Africa e per rilanciare su un nuovo grande intervento.

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    Il meeting è stata l’occasione per presentare i risultati del grande programma “Prima le mamme e i bambini. 1000 di questi giorni”, che si è concluso dopo 5 anni: 1.495.215 visite pre-natali effettuate; 331.178 parti assistiti; 10.837 bambini malnutriti gravi curati.

    Ma il Cuamm rilancia. Presentato anche il nuovo grande intervento che punterà l’accento sulle “Persone e le competenze”, perché da sempre la formazione delle risorse umane è una delle priorità del Cuamm. Un grande programma che interesserà: 8 paesi, 14 ospedali che si pone diversi obiettivi: 500.000 parti assistiti, 16.000 bambini malnutriti, 1.500 manager sanitari, 500 specializzandi italiani e africani, 100 ricerche operative da realizzare.

    Dopo i saluti iniziali del sindaco di Padova Sergio Giordani che ha ringraziato il Cuamm per il suo impegno, il vescovo mons. Claudio Cipolla, presidente del Cuamm, ha sottolineato come la storia del Cuamm sia una storia di vocazioni nate dalle nostro comunità ecclesiali, ma anche dalla società civile e ha aggiunto: «Il Cuamm ha compiuto 70 anni di servizio all’Africa, di servizio alle mamme e ai bambini, ma anche di servizio al nostro desiderio e bisogno di essere uomini e donne che trovano un senso nella loro vita proprio nel diffondere e nel coltivare il bene».

    Grande spazio al tema della campagna vaccinale, con voci autorevoli come Alberto Mantovanidirettore scientifico della Fondazione Humanitas, che ha detto:

    «I vaccini sono fondamentali. In questa sfida c’è un tema di fratellanza e di sicurezza. Le varianti che ci preoccupano sono nate proprio in Paesi in via di sviluppo. È necessario quindi vaccinare tutti. E non dimentichiamoci dell’Africa, che ha solo il 5% della popolazione vaccinata. Dobbiamo fermare la pandemia qui da noi, come anche in Africa, ma soprattutto dobbiamo fermare anche un altro virus che parte da noi: il virus delle menzogne e della disinformazione».

    Messaggio ribadito dal video di Anthony Fauci, Direttore dell’Istituto Nazionale Statunitense di Allergologia e Malattie Infettive (NIAID) e Consigliere Medico Capo del Presidente Biden: «Sono molto felice di avere l’opportunità di ringraziare Medici con l’Africa Cuamm per i vostri decenni di lavoro con l’Ambasciata americana in Vaticano e con gli Stati Uniti nel rispondere ai bisogni sanitari in Africa. Nonostante gli impressionanti successi dal punto di vista scientifico nello sviluppare rapidamente numerosi vaccini sicuri ed efficaci contro il Covid19, la loro distribuzione, come anche quella delle varie cure, non è stata uguale in tutto il pianeta. Una situazione dolorosamente ovvia a voi che lavorate in Africa. Dobbiamo fare meglio. Abbiamo l’imperativo morale di proteggere i poveri e i vulnerabili. Per favore continuate così, continuate il vostro lavoro straordinario».

    Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, ha raccontata la lunga collaborazione tra Regione Veneto e Cuamm, che arriva fino alla Sierra Leone, passando per il Centro vaccinale di Rubano: «In Veneto abbiamo raggiunto 7 milioni di dosi, l’84,7% di veneti sono vaccinati. Il centro vaccinale di Rubano, gestito dal Cuamm, ne ha fatte ben 25 mila dosi con 160 volontari. Il Cuamm, e don Dante, sono una garanzia! Vorrei ringraziare loro e insieme tutti i 1.600 sanitari dei centri vaccinali e tutti i volontari veneti che nella nostra regione si impegnano per la campagna vaccinale».

     Paolo GentiloniCommissario all’economia dell’Unione Europea, ha detto: «Grazie al Cuamm per questo evento, non siamo abituati a grandi assemblee e così sentite. L’Europa sta lavorando nella lotta contro la pandemia. Possiamo annunciare che saranno 200 milioni le dosi che l’Unione Europea si impegnerà a donare all’Africa. E’ necessario ora poter lavorare per produrre i vaccini in Africa e per questo si lavora per 3 hub di produzione vaccinale nel continente. Bisognerebbe dire anche vaccini CON l’Africa, fabbricati in Africa e distribuiti grazie a una rete fantastica come quella del Cuamm che abbiamo visto prima. Purtroppo non c’è ancora la consapevolezza che al di là dell’emergenza del Covid è necessario porre la nostra attenzione anche sullo sviluppo sostenibile dell’Africa. Avremo una responsabilità politica e morale terribile se non riusciremo a sollevare l’Africa dalla batosta che potrebbe arrivare da questa pandemia. E l’Unione Europea cercherà di impegnarsi, di spingere su questo».

    Sulle note di “Emozioni”, è entrato Mogol, celebre autore che ha emozionato generazioni di italiani, che di recente si è appassionato alla causa del Cuamm. «Mi darò da fare per cercare di giocare partite importanti come questa che state giocando voi, purtroppo non posso più giocare a pallone per problemi alle gambe, ma la testa funziona. Sono rimasto ammirato da quello che stanno facendo questi volontari che sono la mano di Dio per l’Africa».

    Amico di lunga data, Romano Prodi, Presidente Fondazione per la collaborazione tra i popoli ha sottolineato: «Oggi celebriamo 70 anni, ma cosa c’è in Italia qualcosa che resiste 70 anni? I governi durano 1 anno. Oggi mi è apparsa chiara un’altra cosa: l’ampiezza e la qualità dell’intervento del Cuamm, che si traduce in un “aiutiamoli a casa loro”, vero e reale, con gli africani e insieme a loro. Dall’Africa c’è molto da imparare, purtroppo anche la sofferenza. Oggi avete mostrato la situazione in Centrafrica, la condizione di vita lì è inimmaginabile. In Africa ci sono moltissime contraddizioni, ma la cosa più importante è aiutare quella parte di Africa che può dare moltissimo».

    L’On. Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha posto l’accento su tre punti: «L’Africa ha solo 3% delle emissioni nocive, ma sta pagando il più grande scotto dei cambiamenti climatici, questo non possiamo permettercelo, li dobbiamo aiutare, perché più i cambiamenti climatici si abbattono sull’Africa, più aumentano terrorismo, problemi sanitari, e di sicurezza. I Ministri del G20 si sono tutti impegnati a vaccinare il 50% della popolazione mondiale entro il 2022. L’Italia ha già messo a disposizioni 45 milioni di dosi, per le popolazioni in difficoltà.

    C’è poi la questione del debito: la pandemia ha fatto aumentare il debito di tutti i paesi e in particolare di quelli in difficoltà. L’Italia ha messo a disposizione 4 miliardi di euro, il 20% di tutti i diritti di prelievo speciali che ha sul Fondo monetario internazionale per eliminare il credito che aveva nei confronti dei paesi africani. E’ solo l’inizio, ma diamo esempio. Infine, una buona notizia sulla cooperazione allo sviluppo: abbiamo approvato, in Consiglio dei ministri, la nuova legge di bilancio, dal 2022 al 2026, ogni anno aumenteremo i fondi per la cooperazione allo sviluppo di più di 100 milioni di euro, per arrivare all’obiettivo che è avere lo 0,7% dei fondi per la Cooperazione allo sviluppo del PIL. Un obiettivo europeo. Noi ce la mettiamo tutta, abbiamo più fondi, abbiamo i progetti. Abbiamo l’opportuna di stanziare fondi a realtà che sanno cosa fare, fanno bene il loro lavoro, senza sprecare un soldo. Siamo con voi!».

    Mons. Rocco Pennacchio, Vescovo di Fermo, Presidente del Comitato Servizio per gli interventi caritativi a favore dei paesi del Terzo mondo della CEI ha raccontato la bella esperienza dei vescovi delle Marche: «Sono presidente del comitato da circa 2 anni, non conoscevo il Cuamm e il grande lavoro che fa, ma quando ho visto la serietà del loro intervento, come vescovi delle Marche ci è venuta in mente un’idea: in genere i preti sono abituati a chiedere soldi, per una volta abbiamo deciso di mettere noi i soldi, ogni vescovo si è tassato di uno suo stipendio e l’ha donato al Cuamm».

    La voce dell’Africa è stata ben rappresentata da Franck Houndjahone, pediatra Cuamm a Bangui: «La repubblica centrafricana è stata sempre colpita da guerre civili e crisi politiche. In queste condizioni i bambini sono stati vittime innocenti senza una sanità di qualità. Secondo l’ONU è un diritto ricevere una sanità di qualità e questo è il sogno per i bimbi in Repubblica Centrafricana. In questa situazione non facile, ci siamo molto impegnati nel dare qualità nell’assistenza sanitaria e appoggiare la formazione di personale sanitario, anche specializzandi in pediatria. Attualmente abbiamo visto che in 3 anni questo unico ospedale pediatrico del paese è riuscito a ricoverare 57 mila bambini (19 mila all’anno circa). Se si fa un confronto con Padova e con l’Europa, c’è un divario enorme».

    Gilberto Muraro, Presidente Fondazione Cariparo, a nome delle tante Fondazioni che sostengono il lavoro del Cuamm ha sottolineato: «Riconosciamo un’alta efficienza nel lavoro del Cuamm anche nell’utilizzo del denaro con una rendicontazione rigorosa. Su questa base di riconoscimento per il lavoro fatto fino adesso io confido che le fondazioni risponderanno bene anche a questo nuovo appello per i nuovi progetti del Cuamm».

    Accanto alle fondazioni, essenziale il supporto dei tanti gruppi sul territorio e di reti che si sono attivate per l’Africa, un esempio su tutti, la Coldiretti che, attraverso i Cuori della gratitudine, ha mobilitato e coinvolto migliaia di persone in tutta Italia.

    «Speranza, riconciliazione, ripartenza: sono parole che mi stanno a cuore. Ripartenza è anche il tema di oggi. Nel 2004 sono partito da prete verso il Sud Sudan, per la prima volta. Oggi, dopo diversi anni di esperienza in Africa, posso dire che l’Africa già da ora può dare molto di più delle risorse materiali al mondo, può dare la forza e la potenzialità delle risorse umane che ha», ha affermato Cristian Carlassare, vescovo eletto di Rumbek, gavittima di un attentato in Sud Sudan.

    A conclusione, don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm invita tutti a non avere paura del futuro e ad allargare il cuore e le braccia: «Non dobbiamo aver paura del futuro, dobbiamo aver fiducia e credere che la vita vada spesa, donata, senza mezze misure e sacrificata per costruire un mondo migliore. Se coltiviamo cuori grandi come quelli di Abrahm e Moses, due colleghi sud sudanesi che hanno perso la vita mentre svolgevano il loro lavoro, potremo superare ogni fatica, ogni dolore».


    Un grazie speciale a chi ha sostenuto l’Annual Meeting AM21_locandinaA3_211105-8

     

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