Medici con l'Africa Cuamm

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L’impegno del Cuamm all’ospedale materno-infantile di Freetown, raccontato da Claudia Mocci, capoprogetto, da Alessia Sala e Marina Valeriani, specializzande in Ginecologia.

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    «Dal 2017 Medici con l’Africa Cuamm opera al PCMH, l’ospedale materno-infantile di Freetown, capitale della Sierra Leone. Grazie ad un nuovo programma del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, il Cuamm sostiene una serie di training del personale sanitario, le attività di formazione degli studenti della scuola di specializzazione in Ostetricia e in Ginecologia, la farmacia e il suo servizio di assistenza sanitaria universale, in ottica di rinforzo al miglioramento delle cure prestate.

    Recentemente, abbiamo ricevuto una donazione di materiale sanitario per contrastare e ridurre le infezioni. Come Cuamm abbiamo offerto anche prodotti per la pulizia e per la raccolta dei rifiuti, incrementando i punti di lavaggio mani all’interno dei reparti, attrezzature come i carrelli, per deporre il materiale sterilizzato», racconta Claudia Mocci, capoprogetto del Cuamm a Freetown.

    «Siamo due specializzande in Ginecologia – spiegano Alessia Sala e Marina Valeriani, Junior Project Officer – arrivate all’ospedale materno-infantile di Freetown da pochi mesi. Abbiamo iniziato a lavorare qui con gli altri specializzandi e gli strutturati. È una realtà molto diversa da quella a cui eravamo abituate, ci sono tantissime pazienti, poco materiale a disposizione e ogni giorno è una sfida! Le prime settimane abbiamo solo osservato per comprendere come poterci inserire in questo contesto, poi abbiamo iniziato l’attività come tutti gli altri. Stiamo crescendo quotidianamente e provando ad insegnare pratiche che qui gli specializzandi non hanno modo di imparare, come le ecografie. Per il momento si tratta di un’esperienza impegnativa e difficile, ma allo stesso tempo stimolante e formativa».

    Un impegno che continua nonostante le difficoltà, per garantire le cure necessarie alle mamme e ai bambini africani.

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