Medici con l'Africa Cuamm

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Non permetti mai a te stesso di provare un po’ di gioia

6 settembre 2022 – “Ho una figlia di 4 anni. Il primo giorno in cui tutto è accaduto, quando l’ho guardata, stava piangendo. L’ho portata con me in un rifugio: tre, quattro, sei volte durante la notte”. Lidiia è ucraina. E’ stata a Padova, insieme ad Anna e Yuliia, per conoscere il Cuamm e trasformare la “collaborazione” in “condivisione”.

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    «Ho una figlia di 4 anni. Il primo giorno in cui tutto è accaduto, quando l’ho guardata, stava piangendo. L’ho portata con me in un rifugio: tre, quattro, sei volte durante la notte. Devi restare calma perché il tuo bambino percepisce le emozioni, se sei calma anche il tuo bambino lo sarà. A volte non prestiamo più attenzione alla sirena, quando la sentiamo continuiamo il nostro lavoro. Ci siamo, in qualche modo, abituati a questa situazione anche se non è una cosa positiva. Non passa giorno senza che ci chiediamo se e quando sarà il nostro turno di essere colpiti, il nostro momento di combattere».

    39 anni, capello corto, unghie curate, look giovanile, Lidiia è ucraina e vive a Chernivtsi. Negli occhi una grande determinazione, che diventa coraggio quando esprime quello che prova nel profondo del suo cuore: «Tutte le persone che si trovano ora in Ucraina potrebbero avere qualche famigliare arruolato nelle forze armate: padri, fratelli, mariti, cugini, e famiglie o amici che potrebbero trovarsi ora in territori occupati. Combattere: non c’è una scelta diversa da fare. È il nostro paese, la nostra libertà».

    Insieme ad Anna e Yuliia, è a Padova, nella sede del Cuamm, per conoscere meglio il Cuamm e per alcuni giorni di scambio, condivisione e di programmazione del lavoro. Fanno parte dell’associazione VRB (Volonterskiy ruh Bukovyny) che fornisce assistenza e beni di prima necessità, in collaborazione con i servizi sanitari locali.

    Da quando Medici con l’Africa Cuamm ha avviato l’intervento in Ucraina, in aprile, la collaborazione con VRB è cresciuta ed è stata molto utile per portare un aiuto concreto alla popolazione e agli ospedali della zona, con la fornitura di farmaci, equipaggiamento, materiale sanitario e 3 ambulanze. Ora l’impegno si sta allargando anche grazie al sostegno di grandi donatori internazionali come le Nazioni Unite (Unicef e Ocha).

    «Ogni giorno, utilizziamo un’applicazione per il cellulare che segnala quando inizia un attacco aereo e rileva la presenza di missili in arrivo – riprende Yuliia –. Possiamo vedere in quale parte del paese si stanno verificano gli attacchi aerei in tempo reale. In una mappa le regioni sotto attacco si colorano di rosso. Si può trattare di un attacco aereo imponente, può avvenire in una regione intera o in tutto il territorio ucraino. Quando senti la sirena sai che nel tuo paese è stato lanciato un missile, da qualche parte, e che hai 5 minuti per arrivare al rifugio. È difficile concedersi una pausa e dimenticarsi di ciò che sta succedendo. È impossibile provare gioia, organizzare una gita, un picnic o una passeggiata in montagna. Hai sempre in mente la guerra e non permetti mai a te stesso di provare una qualche gioia. A volte ti trovi a essere “felice” solo perché hai la connessione e la tua pagina di Instagram si riesce a caricare».