Medici con l'Africa Cuamm

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Chiulo, sono tornato

Il racconto emozionante e profondo di Carmelo Fanelli, medico e volontario del Cuamm, al rientro da Chiulo, in Angola, dopo due anni di lontananza.

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    Quello che non si vede…

    «Cunene, Sud dell’Angola. Una zona arida, abitata da popolazioni poverissime che vivono di ciò che la terra offre, quando può e se c’è acqua. Quest’anno ha piovuto, ma non abbastanza e il raccolto non basterà. Siamo stati invitati da un autista del Cuamm al “massango”, cerimonia tradizionale che consiste nella battitura, con lunghi e pesanti bastoni, di pannocchie di miglio. Al piccolo evento partecipa tutta la famiglia di chi ha un pezzo di terra e si coinvolgono i vicini di casa, beneficiari a loro volta dei frutti. Concluso il lavoro, si fa festa tutti insieme! Abbiamo partecipato anche noi volontari del Cuamm a questo momento conviviale. All’inizio, inevitabilmente, ci siamo sentiti “pesci fuor d’acqua”, poi ci siamo immersi nel contesto. E siamo stati i primi a stancarci, mentre gli amici angolani andavano avanti e indietro sulla distesa di pannocchie, in modo coordinato e sistematico, uno a fianco all’altro, al ritmo di canti e incoraggiamenti ululanti, interrotti da qualche sorso di “macao”, bevanda alcolica a base di miglio fermentato, dal sapore di lievito dolciastro appena frizzante. Alla fine eravamo affaticati, ma felici di avere preso parte all’iniziativa, di avere visto e respirato attraverso l’entusiasmo, l’energia e l’accoglienza dei locali il senso di essere una comunità e di appartenervi. Anche questo è il Cuamm, non solo perché ci si è ritrovati in quell’ultimo miglio, luogo in cui si è impegnati con i progetti, ma perché in quel “con”, Medici con l’Africa Cuamm, non c’è solo lo slancio della condivisione, ma anche il riconoscere il valore delle relazioni tra persone: costruire e mantenere legami di fiducia, che si consolidano nel tempo, rimanendo in un posto, conoscendo e facendosi riconoscere».

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